"Contesto fermamente le sommarie
valutazioni riguardanti la mia persona e la mia professionalità
in merito alle indagini della Dda che hanno determinato i
provvedimenti del Gip di Bari, coinvolgendo anche il Foggia per
il tesseramento di due calciatori". Così l'ex tecnico rossonero,
ora al Sassuolo, Roberto De Zerbi, in una nota affidata al suo
avvocato, Eduardo Chiacchio. "Mai accettato imposizioni, neppure
dai dirigenti delle società in cui ho militato. A Foggia tutti
sapevano che non ero influenzabile o ricattabile". "Uno dei due
calciatori non l'ho mai allenato, l'altro fu aggregato con altri
ragazzi della Juniores nelle ultime gare del campionato. La
stagione successiva non lo ritenni idoneo per la prima squadra",
prosegue De Zerbi. "Mi sono limitato a fare l'allenatore e non
avevo poteri su calciatori che la società voleva tesserare per
mandarli in altre squadre. Mi dispiace che venga tirato in ballo
il mio nome per dare maggiore risalto a notizie di cronaca,
lontanissime dal mio operato".
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