Ci sarebbe una 'interazione tra
genetica e complicanze ostetriche alla base della schizofrenia'.
Lo dichiara Alessandro Bertolino, direttore Psichiatria
dell'Università di Bari, il quale aggiunge che 'lo studio
realizzato in tandem il professor Daniel Weinberger, direttore
del Lieber Institute for Brain Development della Johns Hopkins
University di Baltimora, ha evidenziato che complicanze serie
come il distacco di placenta e le emorragie uterine che - di
fatto - riducono l'ossigenazione cerebrale del feto, insieme
alla predisposizione genetica aumentano il rischio (soprattutto
nei soggetti maschi) di sviluppare questa malattia mentale. Una
patologia che colpisce poco meno dell'1 per cento della
popolazione ed è caratterizzata da deliri, allucinazioni,
appiattimento dell'affettività e alterazioni grossolane del
comportamento'.
Lo studio - coordinato da Gianluca Ursini - è stato realizzato
su un campione di circa duemila pazienti ed ha riguardato due
gruppi di persone osservate: pazienti con schizofrenia di madri
con complicanze ostetriche e senza complicanze. È emerso che
(nel calcolo si è utilizzato l'indice poligenico di rischio) il
rischio di sviluppare la malattia era più alto nei figli delle
donne che avevano registrato problemi durante la gestazione.
Insomma, esisterebbe una forte connessione tra i geni
responsabili della schizofrenia ed il sacco placentare, organo
di collegamento tra la madre ed il bambino, che potrebbe essere
responsabile di altri disturbi neurocognitivi come l'autismo.
La ricerca - pubblicata di recente su Nature Medicine -
'potrebbe portare a concentrarci sul ruolo della cura prenatale
per limitare l'insorgenza delle malattie psichiatriche e mettere
a punto nuove forme di prevenzione primaria della schizofrenia
salvaguardando la placenta', sottolineano Bertolino e Ursini.
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