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>ANSA-BOX/ Bergoglio torna in Puglia,su orme di don Tonino Bello

Due tappe, ad Alessano città natale e a Molfetta dove fu vescovo

(di Paola Laforgia) (ANSA) - BARI, 18 APR - A poco più di un mese della vista a San Giovanni Rotondo sui luoghi di San Pio, Papa Francesco torna in Puglia, sulle orme di don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta morto 25 anni fa per il quale è in corso la causa di beatificazione, ma che già da tempo i fedeli pugliesi considerano un santo. La nuova visita del Papa si svilupperà in due tappe nell'arco di una mattinata, e partirà dall'estremo sud della regione, dal paese salentino di Alessano, dove don Tonino nacque nel 1935 e dove è sepolto, e si concluderà a Molfetta, dove fu vescovo per oltre dieci anni. Ad Alessano il Papa andrà a pregare sulla tomba del 'vescovo degli ultimi' che fu anche presidente di Pax Christi, ne incontrerà alcuni familiari, poi un gruppo di ammalati, una famiglia di rifugiati della Siria e incontrerà due giovani immigrati ospiti del locale centro di accoglienza.
    Poi, in elicottero si sposterà a Molfetta dove celebrerà la messa su un palco allestito a ridosso del porto. L'elicottero papale atterrerà in un piazzale tra il Duomo e il lungomare che costeggia tutta l'area portuale. Una strada che Bergoglio percorrerà con la papamobile attraverso un itinerario che si svilupperà dentro la città, fino alla Cattedrale, in un prevedibile bagno di folla, visto che per l'evento sono attese almeno 40.000 persone. Poi il Papa concelebrerà la messa con 60 vescovi, impugnando il pastorale in legno di ulivo che era di don Tonino e che la Diocesi custodisce insieme con la croce del suo vescovo più amato. "Ho chiesto personalmente alla gendarmeria vaticana - ha raccontato oggi colmo di gioia l'attuale vescovo di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia - se il Santo Padre potesse. Mi hanno detto di sì". "Quindi - ha aggiunto - è già pronto. E' il pastorale che don Tonino ha usato, su cui è scolpito un ramoscello d'ulivo, e su cui c'è lo stemma di don Tonino: una croce alata". "E il messaggio che noi vogliamo cogliere da questa circostanza del 25/o anniversario della morte del servo di Dio - ha evidenziato il vescovo - è proprio questo: la croce non è mai pesante se noi mettiamo delle ali si suoi piedi, le ali della speranza, della fiducia e della gioia".
    La vicinanza agli ultimi, ai poveri, alle persone che soffrono e in particolare a coloro che sono oppressi dalle guerre: erano questi i caratteri distintivi dell'impegno di don Tonino che lo accomunano spiritualmente a Papa Bergoglio. Se oggi l'orrore arriva soprattutto dalla Siria, negli anni '90 gli orrori della guerra erano nel cuore dell'Europa, a pochi chilometri da noi. Furono anni in cui don Tonino non risparmiava le sue preghiere e le sue azioni per la pace, come quando, nel 1992, già duramente provato dalla malattia che lo avrebbe ucciso entro un anno, raggiunse con centinaia di volontari l'altra sponda dell'Adriatico alla guida di una marcia per la pace dentro la città di Sarajevo, martoriata dalla guerra e da mesi sotto l'assedio serbo. (ANSA).
   

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