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Mafia:estorsione a imprenditore, arresti

Mafia:estorsione a imprenditore, arresti

Bari, indagati sarebbero vicini al clan Strisciuglio

BARI, 24 giugno 2017, 13:48

Redazione ANSA

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Agenti della questura di Bari stanno notificando stamani un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di otto persone, per gli inquirenti vicine al clan Strisciuglio. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, i reati di estorsione aggravata, tentata estorsione e minaccia in concorso, reati tutti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso. Le otto persone si sarebbero rese responsabili di un'estorsione nei confronti di un imprenditore edile nel quartiere Libertà di Bari. Ulteriori dettagli verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa alle 11 negli uffici della Questura di Bari.

Sono stati eseguiti tutti gli arresti a Bari nei confronti di otto presunti appartenenti al clan Strisciuglio accusati di estorsione ai danni di un imprenditore. L'ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip del tribunale di Bari Alessandra Piliego su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Lidia Giorgio. Quattro arrestati sono sorvegliati speciali, e tutti hanno diversi precedenti penali, anche per associazione mafiosa, ad eccezione di un incensurato. Un'indagine-lampo avviata il 14 giugno scorso su denuncia di un imprenditore edile al quale il gruppo aveva sottratto un'auto aziendale, una Range Rover, chiedendogli 100mila euro, da versare entro pochi giorni, e un'altra auto. Ma viste le richieste, l'imprenditore, avvicinato dallo stesso gruppo anche nello scorso periodo natalizio durante il quale gli era stata chiesta la somma di cinquemila euro "per fare trascorrere buone feste ai famigliari del capoclan" (che poi si è scoperto essere Vito Valentino, in carcere per un omicidio), si è subito rivolto alla Squadra mobile denunciando la sottrazione dell'auto, le minacce e le ulteriori richieste estorsive. L'imprenditore venne avvicinato di nuovo con intento prima bonario, poi passando alle minacce, pronunciate in dialetto barese e mimando anche il gesto di ricorrere ad una pistola, affinché ritirasse la denuncia nei loro confronti. Il gruppo avrebbe avvicinato anche il figlio dell'imprenditore perché convincesse il padre a ritirare la denuncia, facendogli ritrovare l'auto rubata il 14 giugno parcheggiata al quartiere Libertà. Ma l'imprenditore non ha ceduto e i presunti estorsori, incastrati anche dai filmati delle telecamere di videosorveglianza che riprendono il momento in cui il gruppo si allontana con l'auto dell'imprenditore, oggi sono stati arrestati. In carcere per estorsione aggravata, tentata estorsione e minaccia in concorso, reati aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso, sono finiti Francesco Stefanachi, di 30 anni, Marino Massari, di 27 anni, Vito Antonio Zotti, di 37 anni, Giuseppe Lavopa, di 34 anni, Simone Schingaro, di 51 anni, Nicola Abbrescia, di 33 anni, Matteo Ranieri, di 34 anni e Vincenzo Cicinato, di 26 anni, quest'ultimo incensurato. Massari, Lavopa, Schingaro e Abbrescia erano tutti sottoposti a sorveglianza speciale.

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