(ANSA) - BARLETTA, 27 FEB -
Gli investigatori escludono che vi sia un movente politico per l'attentato compiuto, con colpi di pistola, da due persone che sono state fermate oggi, contro il capogruppo del Pd a Barletta, Pasquale Ventura, che quel giorno, il 20 gennaio scorso, rimase illeso. I due fermati sono Francesco Sibilano, di 28 anni, e Igli Kamberi, di 29, di nazionalità albanese, entrambi con precedenti penali: dovranno rispondere di tentativo di omicidio e detenzione di munizioni. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, che si è avvalsa delle telecamere di videosorveglianza non solo della zona in cui l'agguato fu compiuto ma anche di molte altre sparse in città e lungo arterie che collegano Barletta ad Andria, i due, dieci minuti prima delle 15, ora in cui attesero Ventura sotto casa della figlia, a bordo di un'auto misero in atto una sorta di sopralluogo. Subito dopo raggiunsero un box in città, lasciarono l'auto e salirono in sella a una motocicletta, Sibilano alla guida e Kamberi dietro. Raggiunsero quindi via Firenze e appena Ventura uscì dal portone di casa di sua figlia spararono contro il capogruppo del Pd due colpi di arma da fuoco. A sparare - secondo quanto accertato - fu Kamberi. Le indagini sono state complesse, hanno riferito stamani gli inquirenti in procura, che hanno utilizzato i metodi tradizionali ma si sono avvalsi anche di mezzi informatici. "Il problema - ha riferito il vice commissario di Barletta Antonio Corvasce - è stato riuscire a targare la moto". Non essendo la targa ben visibile, pur avendo identificato i due, mancando altre prove e tracce concrete, la polizia è riuscita a risalire a quella targa dal profilo facebook dei due, su cui la moto era in bella evidenza e pure la targa. Ieri, inoltre, la polizia, ha sequestrato 13 munizioni, di quelle utilizzate anche per sparare a Ventura, adatte a pistole di tipo revolver, e i due caschi, uno integrale, e l'altro a "scodella", che sarebbero stati utilizzati dai due fermati nel corso dell'agguato. "Le indagini sono ancora in corso - ha concluso il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo - ma al momento possiamo solo dire che è escluso che il movente dell'agguato sia politico". Sin da subito gli inquirenti si sono concentrati sulla vita privata e familiare del capogruppo del Pd, definendola "burrascosa" e "litigiosa".
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