(ANSA) - ROMA, 25 OTT - Per i giovani professionisti è forte
il rischio di avere una pensione molto bassa anche con quaranta
anni di lavoro: con il sistema di calcolo contributivo -spiega
Giuseppe Guttadauro autore del libro ''La pensione dei liberi
professionisti. Quale futuro?''- l'aliquota tra il 10% e il 14%
prevista per le casse privatizzate darà luogo a trattamenti
previdenziali di circa un terzo del reddito da lavoro pur
uscendo dall'attività dopo 40 anni. La situazione dovrebbe
invece essere
meno pesante per avvocati e veterinari dato che per loro è in
vigore ancora il sistema reddituale.
In pratica - spiega Guttadauro - un commercialista con un
reddito medio annuo di 40.000 euro e un contributo previdenziale
soggettivo del 12% andrà in pensione a 68 anni, dopo 40 anni di
lavoro e un montante contributivo inferiore a 200.000 euro con
un importo annuo di pensione inferiore a 12.000 euro (meno di
1.000 al mese compresa la tredicesima) e un tasso di
sostituzione del reddito di circa il 30%. Il calcolo è fatto con
un'ipotesi di invarianza dei prezzi e di potere d'acquisto
inalterato (inflazione zero). E il dato potrebbe ancora
peggiorare nei prossimi anni dato che i coefficienti di
trasformazione vengono aggiornati alla speranza di vita (già
l'anno prossimo è previsto un ritocco). Inoltre la legge di
Stabilità 2015 ha previsto un aumento della tassazione sui
rendimenti del montante dal 20% al 26% che secondo Guttadauro
porterà in un periodo di 30 anni di versamenti una riduzione
dell'importo pensionistico intorno al 10%.
Nel complesso i professionisti iscritti alle casse
privatizzate sono 1,5 milioni e le aliquote contributive versate
alle casse vanno dal 10% dell'Enpap (l'ente di previdenza degli
psicologi) al 14,5% dell'Inarcassa (ingegneri e architetti),
passando per il 12,5% dell'Enpam (medici) e il 14% della cassa
forense (avvocati).
La differenza tra le pensioni erogate sulla base del calcolo
contributivo e quelle liquidate con il più vantaggioso calcolo
reddituale per i professionisti è evidente. Con 40 anni di
versamenti con un'aliquota del 14% e un reddito di 40.000 euro
annui l'importo lordo di pensione sarebbe di circa 28.000 euro
con un tasso di sostituzione sul reddito da lavoro del 70%. Con
l'introduzione del calcolo contributivo in pro rata (per tutti a
esclusione di avvocati e veterinari) deciso tra il 2004 e il
2013, i liberi professionisti sono la categoria di lavoratori
più penalizzata a causa della bassa aliquota contributiva. A
fronte di un'aliquota variabile tra il 10% e il 14,50%, infatti,
per i dipendenti l'aliquota è del 33%, per gli autonomi del 24%,
per la gestione separata del 27%-30%.(ANSA).