''Le professioni in Italia sono attente a quelli che sono i percorsi della società, della gente, del Paese. Si sono più volte candidate a essere polo di eccellenza per suggerimenti, riforme che possano davvero cambiare il volto del Paese e dare un futuro alle giovani generazioni. Un futuro che per i professionisti passa dall'attuazione delle riforme. Noi vorremmo che davvero si accendessero i riflettori su una riforma sistemica del lavoro e non su tante piccole riforme frammentate che portano solo benefici temporanei''. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro, commenta il rapporto del Censis sul tema "La composizione sociale dopo la crisi", presentato oggi a Roma.
''Abbiamo bisogno di ripensare le regole e il sistema, snellire gli adempimenti e soprattutto ridare fiducia alle aziende, ai lavoratori, ai cittadini e alle famiglie italiane".
La crisi, infatti, con le sue dinamiche regressive ha favorito i rapporti di lavoro flessibili, ma anche la povertà e le disuguaglianze sociali. Tanto da portare gli studiosi a parlare di "terza società degli esclusi" o del "ritorno della lotta di classe". Secondo il Censis, per capire come promuovere e accompagnare nuovo sviluppo l'attenzione va messa sui processi per intercettare eventuali nuovi protagonismi di massa, collettivi, in grado di generare una dinamica di crescita. Calderone individua nel principio di sussidiarietà ''oggi una delle strade principali per la riforma dell'intero sistema Paese, ormai arrivato al collasso dopo anni di dura crisi''.