(ANSA) - ROMA, 14 GEN - La legge di Bilancio, attraverso la
riduzione del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti, "avrà un
impatto positivo sulla pressione fiscale delle famiglie, sebbene
in maniera contenuta pari allo 0,17% del Pil che salirà a 0,28
punti nel 2021", e pure "ipotizzando la trasformazione in
detrazione fiscale del bonus di 80 euro mensili introdotto dal
governo Renzi nel 2015, equivalente a 0,5 punti di Pil, non si
rientrerebbe del tutto dallo 'shock' fiscale del 2012" per i
nuclei. Lo si legge nel documento del Consiglio e dalla
Fondazione nazionale dei commercialisti che fa il punto anche
sui redditi medi familiari: nel 2017, il reddito "è risultato
pari a 31.393 euro, superando per la prima volta il livello
pre-crisi di 30.502 euro del 2009". Restano, tuttavia, si legge,
"significative differenze territoriali con il livello più basso
al Sud (25.415 euro) e il più alto nel Nord-Ovest (35.386
euro)".
Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti
Massimo Miani, si osserva "un saldo positivo per le imprese con
una buona base occupazionale, per le quali è stato possibile
fruire a pieno dei positivi interventi su Irap, Ires e
contributi sociali. Per i lavoratori dipendenti a basso reddito,
che hanno potuto bilanciare l'inasprimento della tassazione
locale con il 'bonus 80 euro', il saldo è invece più o meno in
pareggio. Saldo tendenzialmente negativo, infine, per
pensionati, lavoratori autonomi e ceto medio che ha subito
l'inasprimento della tassazione locale senza alcuna apprezzabile
contropartita, al netto dell'esenzione della prima casa
dall'Imu". Bisogna "insistere nello sforzo di riduzione del
carico fiscale, dando però la giusta priorità a interventi
mirati verso chi è stato sino ad oggi più trascurato, in primo
luogo le famiglie", chiude. (ANSA).