(ANSA) - ROMA, 15 LUG - Su 200 società a controllo pubblico
non quotate, rappresentative delle cinque fasce dimensionali
previste dalla bozza di Regolamento del ministero dell'Economia,
"circa il 60% registrerebbe una riduzione dei compensi", e "la
tendenza è più netta nelle prime tre fasce e, in particolare,
nella prima, in cui sono comprese le realtà aziendali di
maggiori dimensioni e dove l'effetto peggiorativo arriva ad
interessare l'80% delle società". Lo sottolinea il Consiglio
nazionale dei commercialisti e degli Esperti Contabili, sulla
base di una ricerca avviata dalla sua Fondazione, che ha
verificato l'impatto che le norme della bozza di Regolamento Mef
avrebbero sui compensi degli organi di controllo delle società a
controllo pubblico non quotate. Per il numero uno della
categoria, Massimo Miani, "l'imposizione di un appiattimento del
compenso dei componenti dell'organo di controllo, già di per sé
irrazionale, ha ancor meno senso considerato che esso si
ripercuote in modo più accentuato proprio in quelle realtà che,
per ampiezza dimensionale e complessità strutturale, comportano
responsabilità notevolmente maggiori. Non resta che auspicare un
ripensamento in corso d'opera da parte del Legislatore, che si
traduca nella valorizzazione dell'organo di controllo, e non in
una misura che, se confermata, avrebbe un sapore
irragionevolmente punitivo". (ANSA).