(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Per dare al settore edile, nel nostro Paese, una concreta chance di ripartenza, occorre "una politica coraggiosa, che servirebbe all'intera economia considerati i dati preoccupanti sul Pil diffusi oggi dall'Istat, che inauguri una nuova stagione basata su interventi destinati alla manutenzione strutturale, alla trasformazione e alla rigenerazione delle città che sono i luoghi dove si produce ricchezza: siamo nell'epoca delle città caratterizzate da profondi processi di concentrazione e di crescita urbana, in competizione, da una parte, con i sistemi urbani europei e mondiali, dall'altra con le diverse anime territoriali del Paese". Parola del presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Giuseppe Cappochin, che ha partecipato all'iniziativa 'Infrastrutture e recupero urbano della città', organizzato a Milano dalla Fenealuil. "Secondo i dati del Cresme - ha proseguito - il mercato delle costruzioni è oggi costituito prevalentemente da una domanda di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente, che rappresenta il 74% del valore della produzione delle costruzioni: dei quasi 4,1 milioni di cantieri in essere nel 2017, 46.000 erano relativi a nuove costruzione residenziale, 23.000 a nuove costruzioni non residenziali, 51.000 ad ampliamenti residenziali e 25.000 a quelli non residenziali, 54.000 alle opere pubbliche, e ben 3,9 milioni di cantieri erano relativi ad interventi di manutenzione estetica o strettamente funzionale". Per il vertice degli architetti "la manutenzione deve riguardare intere parti di città, a partire dalle periferie", e "lo stesso approccio strategico serve per il sistema infrastrutturale: il Paese ha bisogno di un piano che affronti il problema della qualità delle infrastrutture esistenti e della loro innovazione".