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Ordini, rafforzare l'equo compenso

Appello Cup-Rtp per emendamento in Legge di Bilancio

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 20 NOV - Nel disegno di Legge di Bilancio "non c'è traccia della norma che punta a rafforzare l'equo compenso per i professionisti", e "ampliarne l'obbligo di riconoscimento a tutti i committenti". A denunciarlo sono gli organismi rappresentativi degli Ordini professionali, Cup e Rtp, guidati da Marina Calderone e Armando Zambrano, spiegando che "nel corso di questi mesi, in varie occasioni, i più autorevoli esponenti del Governo hanno manifestato la volontà di ampliare le norme" in materia. "Dopo aver preso atto dell'assenza di ogni accenno alla norma nel testo della manovra - recita una nota - si apprende che tutti gli emendamenti, presentati da deputati di diversi gruppi parlamentari, orientati ad inserire nell'articolato la misura prospettata dal Governo ed auspicata da Rpt e Cup, sono stati dichiarati inammissibili per estraneità di materia. Tale scelta appare del tutto contraddittoria, almeno per due motivi: intanto, perché la materia è tutt'altro che estranea alla natura del disegno di legge di Bilancio poiché parte integrante del Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo anche in sede comunitaria", e "in secondo luogo perché la norma sull'equo compenso ha trovato la sua definizione esattamente con un'altra legge di Bilancio, quella del 2018".
    Nel 2018 "molte Regioni hanno cominciato a rispettare la previsione dell'equo compenso, arginando così le numerose iniziative che, in passato, hanno visto molte amministrazioni chiedere gratuitamente le prestazioni ai professionisti", un cammino, denunziano gli Ordini, che "rischia di fermarsi: Rpt e Cup si appellano ai relatori di maggioranza perché sottoscrivano un emendamento che recuperi gli intenti manifestati dal Governo nel Ded, e diano corpo - così - ad un principio di civiltà".
    (ANSA).
   

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