(ANSA) - ROMA, 11 OTT - "Auspicabile" iniziare a "rendere
obbligatorio il riconoscimento di un equo compenso, partendo dai
contratti con la Pubblica amministrazione, con Enti e società
partecipate", intervenendo 'ex ante' ed "impedendo bandi,
incarichi e affidamenti in deroga ai minimi stabiliti da
parametri e tabelle di riferimento o addirittura gratuiti",
consentendo così al professionista di "percepire il proprio equo
compenso senza dover ricorrere al giudice". E' la proposta dei
sindacati dei commercialisti Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco,
Ungdcec e Unico, che in una nota congiunta vogliono "richiamare
l'attenzione sull'equo compenso, alla luce diverse proposte che
si confrontano in Parlamento e della recente sentenza del
Consiglio di Stato, che ha dichiarato legittimo il comportamento
del Comune di Catanzaro che ha indetto un bando di gara dove le
prestazioni dei professionisti non prevedevano compenso".
Nell'attuale scenario economico, evidenziano, "dove i redditi
medi dei professionisti negli ultimi 10 anni sono calati di
quasi il 20%, in cui i giovani faticano a raggiungere la soglia
annua dei 20.000 euro e le donne realizzano redditi del 60%
rispetto a quelli degli uomini, occorrono norme che aiutino i
professionisti ad ottenere un compenso, senza costringerli ad
intraprendere un lungo e costoso iter giudiziario, nel quale
rischiano di soccombere". (ANSA).