(ANSA) - ROMA, 05 FEB - "Abbiamo ipotizzato che il 75% del
totale dei percettori del Reddito di cittadinanza debba
sottoscrivere il Patto per il lavoro e, quindi, rivolgersi ai
Centri per l'impiego (Cpi) ed esser obbligato, poi, a tornarvi",
pertanto, "sapendo bene che i Centri sono in difficoltà in
termini di organico, abbiamo stimato che se dovessero da soli
fronteggiare tale impatto, in base al numero degli operatori
specializzati di cui dispongono ognuno dovrebbe prendere in
carico oltre 500" beneficiari della misura. A lanciare l'allarme
il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, durante
l'audizione di oggi nella Commissione Lavoro di palazzo Madama.
Per rendere più 'snelle' le procedure e scongiurare 'ingorghi'
nelle strutture pubbliche, l'Ordine dei professionisti
suggerisce di "obbligare soltanto il richiedente a recarsi
presso il Centro per l'impiego al primo appuntamento, e
stipulare il Patto di servizio valido per tutti i componenti
della sua famiglia". Quanto, poi, si legge nel documento
sottoposto ai senatori, ai cosiddetti 'navigator', i consulenti
premettono che "non si comprende dove tali soggetti sarebbero
fisicamente collocati, e con quale modello organizzativo
opererebbero". Nel contempo, "in considerazione del fatto che le
caratteristiche professionali ed i titoli di studio richiesti ai
'navigator' sono parte delle più ampie competenze professionali
dei consulenti del lavoro, si rappresenta la disponibilità della
categoria a dare il proprio contributo di professionalità, per
il tramite dei propri iscritti", chiosa l'Ordine. (ANSA).