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Commercialisti, 54% evasori Partita Iva

Fondazione, ma fenomeno è 'trasversale' fra lavoratori

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 26 GIU - Poco più della metà (il "54,2%") dell'evasione fiscale del Paese "sarebbe direttamente riconducibile alle Partite Iva (individuali, società di persone, società di capitali)", mentre poco meno della metà (il "46,8%") risulterebbe riferibile a "quella generalità di contribuenti, di cui oltre l'85% sono lavoratori dipendenti e pensionati". Lo indica la Fondazione nazionale dei commercialisti, che ha analizzato i dati contenuti nella Relazione annuale sull'evasione fiscale e contributiva ("107,7 miliardi complessivamente stimati"). Numeri alla mano, osservano i professionisti, "è un luogo comune quello secondo cui dipendenti e pensionati paghino per intero le tasse e che l'evasione sia da ricondursi per intero alle Partite Iva", giacché il fenomeno è, invece, "trasversale". Mettendo sotto la lente d'ingrandimento i "107,7 miliardi di evasione fiscale e contributiva complessiva stimati nell'ultima Relazione annuale" sull'evasione delle tasse e dei contributi, si sottolinea come "quella riconducibile al lavoro dipendente irregolare ammonti a 15 miliardi", cui si affiancano "voci trasversali alla contrapposizione dipendenti/pensionati 'versus' autonomi/imprese, quali quelle concernenti l'evasione di canone Rai, Imu e locazioni immobiliari, per 7,4 miliardi totali". Nello studio si evidenzia come "interamente riconducibili all'evasione propria delle Partite Iva siano le voci relative a Irpef per lavoro autonomo e impresa, Irap e Ires, per complessivi 49,5 miliardi"; rimangono, infine, "i 35,8 miliardi di evasione Iva, per i quali è, però, necessario distinguere tra consumi intermedi (con controparte di chi fattura, o dovrebbe fatturare un'altra partita Iva) e consumi finali (con controparte di chi fattura, o dovrebbe fatturare un consumatore finale non partita Iva)". (ANSA).
   

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