(ANSA) - ROMA, 31 MAG - "Riserve di legge ed esclusive: le
abbiamo mai avute?": con queste parole l'Unione nazionale
giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec)
commenta l'ordinanza del 28 maggio scorso, con cui "la Corte di
Cassazione ha accolto il ricorso, nel quale venivano richiesti i
compensi per la consulenza fiscale, tributaria e per
l'elaborazione di dati contabili fatta per una cooperativa".
Il sindacato professionale "precisa che la controversia a cui si
fa riferimento, in sede civile, partiva da un mancato pagamento
di prestazioni fornite da un non iscritto all'albo, riguardanti
la tenuta di scritture contabili, redazione di modelli Iva,
dichiarazione dei redditi e conteggi Irap e Ici". L'ordinanza "è
in linea con la posizione assunta dalla Corte
Costituzionale che, già nel 1996, indicava il principio generale
secondo cui la determinazione del campo delle attività
professionali non deve portare ad attribuzioni di attività
in via esclusiva. Tale principio può ritenersi derogato, solo
per effetto di un'univoca ed espressa disposizione attributiva
di funzioni e competenze esercitabili solo dalla categoria
professionale. Registriamo allora - si chiede l'Ungdcec - un
passo indietro?". "Dobbiamo - dichiara il presidente dei giovani
dottori commercialisti Daniele Virgillito- affermare la nostra
identità, consolidare la nostra comunità e ritrovare unitarietà.
Più si diffondono i caratteri di cultura, identità ed etica
della professione, più i dottori commercialisti si lasceranno
alle spalle l'idea di esser semplicemente una
moltitudine indistinta di soggetti accomunati esclusivamente
dall'iscrizione all'albo". (ANSA).