(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Tutele per "l'equità del compenso
degli avvocati iscritti all'Albo nei rapporti professionali
regolati da convenzioni aventi ad oggetto lo svolgimento, anche
in forma associata", di attività in favore di "imprese bancarie
ed assicurative", nonché di quelle realtà produttive "non
rientranti nelle categorie delle microimprese, o delle piccole e
medie imprese". A prevederlo l'articolo del testo finale della
Legge di Bilancio, all'esame del Parlamento, che recepisce i
contenuti del Disegno di legge del ministro della Giustizia
Andrea Orlando, approvato dal Consiglio dei ministri ad agosto.
La norma punta, dunque, a definire una giusta remunerazione per
la categoria forense, considerando "equo" il compenso, quando
"risulta proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro
svolto", nonché al "contenuto e alle caratteristiche della
prestazione legale", secondo i parametri previsti da un apposito
regolamento adottato dal ministero della Giustizia, in
attuazione della riforma della professione forense (la legge 247
del 2012). Nell'articolo della manovra si specifica che
verranno, poi, considerate "vessatorie" le clausole che
determinano, "anche in ragione della non equità del compenso
pattuito", un "significativo squilibrio contrattuale a carico
dell'avvocato"; fra le clausole indicate, quella sulla facoltà
per il cliente di "modificare unilateralmente le condizioni del
contratto" e quella di prevedere "termini di pagamento superiori
ai 60 giorni" dalla data in cui il cliente riceve la fattura.
(ANSA).