(ANSA) - ROMA, 19 OTT - Il Disegno di legge di Bilancio per
il 2018 "potrebbe, allo stato attuale, stabilire il rinvio al
periodo di imposta 2018 dell'Iri, l'imposta sul reddito
imprenditoriale secondo l'aliquota fissa del 24%, stabilita con
la Legge di Stabilità 2017 per imprese individuali e società di
persone, equiparandole fiscalmente alle società di capitali", ma
"la norma, in vigore dal periodo di imposta 2017, non può essere
cambiata in corsa con effetto retroattivo per mere ragioni di
cassa". Lo sottolineano i sindacati dei commercialisti Adc,
Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec ed Unico in un comunicato
congiunto, in cui riportano che gli effetti finanziari di questo
slittamento sarebbero "pari allo 0,112% del Pil nel 2018, quindi
circa 2 miliardi di euro di entrate in più nel 2018 che il
Governo ricava dal rinvio dell'entrata in vigore di questa 'flat
tax' sulle imprese. Il tutto in spregio agli oltre 4 milioni di
imprese interessate che, insieme ai commercialisti, avevano
pianificato il necessario cambio di regime contabile e
reimpostato il 'tax planning', nonché nuovamente violando
apertamente i principi dello Statuto dei Diritti del
Contribuente", vanno avanti le associazioni professionali. Il
rinvio di un anno, si chiude la nota, vanificherebbe
"l'obiettivo dichiarato della capitalizzazione delle Pmi,
perpetuando l'inaffidabilità della legislazione tributaria
italiana anche agli occhi degli investitori nazionali ed
esteri". (ANSA).