(ANSA) - ROMA, 17 OTT - Regna "una grande confusione"
sull'equo compenso e "pare che oggi vi sia una corsa a
intestarsi una vittoria da rivendicare nell'immediato futuro,
con un sovrapporsi di proposte di legge alla Camera e al Senato,
mentre il parziale e incompleto Disegno di legge riguardante il
settore legale (del ministro della Giustizia Andrea Orlando,
ndr), per esempio, ha scatenato un effetto domino sulle altre
professioni, che rivendicano giustamente una disparità di
trattamento". E' la denuncia dell'Associazione nazionale forense
(Anf) che, in una nota, sostiene che "la battaglia sull'equo
compenso di questo presumibile scorcio finale di Legislatura è
l'ennesima conferma di come la politica, negli ultimi anni,
abbia ignorato e trascurato la composita realtà dei
professionisti del nostro Paese". Il testo di Orlando, dice il
presidente del sindacato Luigi Pansini, "non solo è destinato a
disciplinare unicamente le prestazioni professionali in favore
di banche, assicurazioni e grandi imprese, rese tradizionalmente
da una platea marginale dell'avvocatura, ma le previsioni che vi
sono contenute sono anche facilmente aggirabili dalla 'presunta'
libera contrattazione tra le parti il che vanifica, di fatto, la
'ratio' e le finalità delle disposizioni di legge che si
vorrebbero introdurre". Secondo l'Anf, sarebbe stato meglio
orientare "l'impegno della politica" nel "rafforzamento" della
norma del 'Jobs act degli autonomi' (approvato a maggio, ndr)
che "riconosce l'equilibrio contrattuale in tema di prestazioni
rese da tutti i professionisti". (ANSA).