(ANSA) - ROMA, 23 MAG - Nel curriculum può vantare un buon livello di istruzione (il 54% è laureato, meno del 4% si è fermato alla licenza media inferiore), in prevalenza è libero professionista in conto proprio (58,3%), ma circa 2 su 10 sono lavoratori subordinati (il 17,8%) e la stragrande maggioranza (81,9%) sacrificherebbe parte delle prestazioni previdenziali in cambio di maggiori tutele per maternità e malattia. E' l'identikit del professionista 'associativo' che emerge dalla terza edizione dell'indagine dell'Osservatorio nazionale professioni della Cna su un campione rappresentativo di 2159 soggetti iscritti alle associazioni che fanno capo a Cna professioni inquadrabili in tre macro-settori di servizi: per il benessere, per le persone, per le imprese. Il 62,2% dei partecipanti è di sesso maschile, ma nei servizi per il benessere predomina la componente 'rosa' (56%). L'età media, si legge, è di 49 anni, e oltre la metà delle attività condotte dai partecipanti alle interviste "è stata avviata nel nuovo millennio, con un picco del 62,8% nei servizi per il benessere"; i redditi della metà degli interpellati non superano i 20.000 euro annui, eccezion fatta per i servizi alle imprese, dove il 13,8% ha entrate che vanno oltre i 50.000 euro. I lavoratori ascoltati, in generale, hanno accolto favorevolmente l'approvazione definitiva in Parlamento del cosiddetto 'Jobs act degli autonomi' (il 10 maggio scorso, ndr), soprattutto per la possibilità di detrarre fino a 10.000 euro le spese per la formazione, poiché "il 91% dei professionisti 'non ordinistici' investe" in corsi di aggiornamento "fino al 25% delle sue entrate".