Nel corso del 2017 "sono pervenute alla Cassa di previdenza del Notariato 95 richieste di assegni di integrazione", la prestazione concessa agli iscritti, soprattutto giovani, che non raggiungono un certo livello di repertorio, anche a causa delle loro "dislocazioni territoriali". A farlo sapere all'ANSA lo stesso Ente previdenziale, cui attualmente sono iscritti circa 4.800 notai attivi. A presentare domanda di sussidio (per il quale sono stati complessivamente stanziati 1,4 milioni di euro) nel "47,37%" dei casi sono professionisti che esercitano l'attività da meno di cinque anni. Dei 95 beneficiari dell'assegno, che può arrivare fino a 28.000 euro ad iscritto, il 60% è di sesso femminile. Secondo il presidente Mario Mistretta, l'assegno di integrazione, misura 'storica' della Cassa, "è stato fin dalla sua nascita un innovativo ed efficace strumento di solidarietà della categoria che, senza alcun onere per lo Stato, ha permesso ad ogni notaio di ricoprire con decoro e dignità anche sedi disagiate e difficili da raggiungere", nonché ai giovani di "iniziare la professione con maggior tranquillità".
L'intervento, dunque, "ha contribuito in passato, e contribuisce tuttora ad agevolare lo svolgimento della funzione pubblica a servizio dei cittadini", conclude Mistretta.