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CRV - "PdL n. 426 'Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali'"

PressRelease

CRV - "PdL n. 426 'Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali'"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

presentato a palazzo Ferro Fini

01 marzo 2019, 13:54

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cultura - "Presentato il PdL n. 426 'Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali'"

(Arv) Venezia, 1 mar. 2019  -  Si è tenuta oggi, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, la conferenza stampa di presentazione del Progetto di Legge n. 426 'Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali', di cui il consigliere Stefano Valdegamberi (GM) è primo firmatario, che intende “fornire ai comuni delle linee guida e una strumentazione normativa ai fini della disciplina, da parte degli stessi, delle procedure di riconoscimento e di valorizzazione dei prodotti della tradizione e della storia locali, che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali. Si tratta di produzioni, di beni e attività strettamente locali e a carattere localistico, e questa proposta di Legge si colloca nella sfera della cultura e della salvaguardia di vocazioni e tradizioni locali che sono strettamente legate, e spesso originate, da prodotti di elevata rappresentatività, inimitabili, di limitata rilevanza economica per le quantità prodotte e destinati a consumatori abituali, legati all’ambiente da dove essi hanno origine”.

 

Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha sottolineato “l’opportunità che la Regione Veneto si doti di una nuova Legge per tutelare le De.Co., le Denominazioni Comunali del Veneto, che rappresentano marchi non di qualità, bensì di appartenenza, di storicità di un prodotto rispetto a un determinato territorio. E’ necessario dare alle De.Co. una cornice istituzionale e legislativa che faccia chiarezza su cosa esse siano effettivamente e sui metodi da seguire per valorizzare in modo adeguato un determinato territorio e per tutelare, promuovere e garantire il giusto riconoscimento economico ai produttori, ai ristoratori, a quanti lavorano sodo, con passione, per promuovere le nostre specificità ed eccellenze locali, isolando invece quelli che cercano di inserirsi in questo mondo con poca professionalità, rischiando così di rovinare l’immagine di qualche prodotto e di alcuni territori”.

“Le De.Co – ha spiegato in particolare Ciambetti – sono attestazioni che testimoniano o certificano il legame tra un territorio e un dato prodotto, frutto di una storia locale. Stiamo parlando di prodotti che hanno un valore identitario per una comunità e che possono diventare risorse della propria terra con cui garantire la biodiversità e, se del caso, anche incentivare non tanto un generico turismo, ma il turismo della conoscenza.  Esse segnano il passaggio dal generico ‘prodotto tipico’ al ‘prodotto del territorio’. Da vicentino potrei farvi un elenco singolarissimo di prodotti unici, come il broccolo fiolaro di Creazzo, ad esempio, gli avanotti o i marsoni di Bolzano Vicentino, il radicchio rosa di Asigliano, le patate di Rotzo o il sedano di Rubbio una frazione di Conco-Lusiana. L’elenco è lunghissimo ed è evidente che stiamo parlando di prodotti di nicchia di una qualità estrema perché frutto di una selezione lunghissima talvolta anche di secoli. Dietro alle DE.CO c’è la storia e ho voluto essere qui con voi oggi perché, come sapete il 1 marzo è il capodanno more veneto: il 1 marzo, la Serenissima celebrava l’inizio dell’anno, come era già costume di molte popolazioni antiche, ebrei compresi e popoli pre-latini, che facevano coincidere l’inizio dell’anno con la primavera. Il mese di marzo deve il suo nome a Mawort, antica divinità legata al ciclo agricolo della rinascita e della tutela della comunità locale, solo successivamente sviluppatasi nel latino Marte. Marzo, dunque, è il mese della rinascita, della speranza, del ciclo della natura che porta i suoi frutti migliori”.

“Il grande ambasciatore delle De.Co, il mai troppo compianto Luigi Veronelli – ha proseguito Ciambetti -  sarebbe stato felice di questo abbinamento tra il Cao de l’ano e i prodotti della nostra terra e del lavoro della nostra terra. Veronelli amò i prodotti contadini, esaltando la loro genuinità e unicità: oggi purtroppo siamo abituati a sapori e saperi omogeneizzati nella macdonaldizzazione o cocacolizzazione del mondo. Scommettere nei De.Co significa credere, invece, nella diversità nel diritto di ogni cultura ad esistere, nel diritto alla biodiversità: da una parte le multinazionali, come la Monsanto che detiene persino i brevetti sulle semenze geneticamente modificate, dall’altro i piccoli produttori che difendono i loro prodotti e così facendo difendono la nostra storia e la nostra identità, la cultura popolare, le tradizioni”.

“Da che parte stare credo debba essere fuor di dubbio – ha concluso Roberto Ciambetti - Negli Usa si possono passare interi fusi orari senza cambiare cucina e tradizione enogastronomica: da noi bastano pochi chilometri per passare dall’area del cren a quella della pearà, per passare da una cucina a un’altra, da un prodotto ad un altro. Questa è la bellezza del De.Co, questa è la bellezza della nostra terra”.

Stefano Valdegamberi (GM): “Sono primo firmatario di un Progetto di Legge che fa in qualche modo sintesi del lavoro di tante persone che vogliono valorizzare e far conoscere, a livello nazionale, europeo e mondiale, le nostre eccellenze enogastronomiche, artigianali, prodotte a livello locale, nelle diverse realtà territoriali. Le De.Co., le Denominazioni Comunali, ovvero il riconoscimento da parte dei comuni di determinate specificità, vanno conosciute e fatte conoscere, devono diventare un tassello importante dell’offerta turistica veneta. In un mondo ormai globalizzato, vogliamo combattere la standardizzazione dilagante, che ormai ha stancato i cittadini, con la promozione delle nostre specificità territoriali, convinti come siamo che la gente cerca di riscoprire sapori, esperienze e tradizioni che ormai si stanno perdendo ma che devono essere tutelate in quanto rappresentano la nostra eccellenza, la nostra identità, i nostri valori, la nostra storia, le radici e il forte legame con il territorio veneto. Questa proposta normativa vuole dare una cornice, coordinare le tante lodevoli iniziative che sono partite in modo spontaneo a livello locale, affinché vengano riconosciuti e valorizzati i prodotti De.Co. Si tratta di una Legge non politica, ma culturale, territoriale, che ha avuto un appoggio trasversale, come è giusto che sia. Pur considerando l’autonomia degli Enti Locali, è opportuno fissare delle regole che possano essere seguite da tutte le amministrazioni comunali che intendono dotarsi di strumenti deliberativi, disciplinari ed organizzativi per attribuire la Denominazione Comunale alle produzioni, beni e attività che hanno caratteristiche di originalità  e di tradizione nella produzione agricola, artigianale e dell’enogastronomia”.

 

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