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CRV - "Ricerca e portale 'La classe politica regionale. Il Veneto'"

PressRelease

CRV - "Ricerca e portale 'La classe politica regionale. Il Veneto'"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

presentati a palazzo Ferro Fini

12 dicembre 2018, 16:10

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

  E’ stata presentata oggi a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, presso l'aula consiliare, la ricerca e il portale. 'La classe politica regionale. Il Veneto', di Selena Grimaldi e Gianni Riccamboni.

Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha rivolto “un saluto e un ringraziamento agli autori, Selena Grimaldi e Gianni Riccamboni, e a quanti hanno collaborato per la realizzazione sia di questo studio che presentiamo oggi, ‘La Classe politica regionale. Il veneto’, sia del sito dedicato ai consiglieri regionali che si sono succeduti dal 1970 in poi nella nostra istituzione. Se gli autori hanno diviso in due grandi fasi la vita del Consiglio regionale, la prima dagli albori fino al 1990, segnata dalla maggioranza democristiana, la seconda, dopo il quinquennio 1990-1995, caratterizzata da una supremazia del centro-destra, io vorrei invece far notare come questi  periodi  potrebbero essere suddivisi in ulteriori sotto settori: il primo, quello della nascita, che coincide anche con uno dei momenti più travagliati della nostra democrazia, gli anni di piombo, dell’estremismo, della strategia della tensione, ma anche, e non dimentichiamolo mai, da grandi conquiste della società italiana, dall’istituzione del Divorzio alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale: mentre il terrorismo, e anche le mafie non dimentichiamolo, attaccavano il cuore dello Stato, la democrazia seppe rispondere con grandi riforme dimostrando la superiorità del dibattito democratico rispetto alla violenza. In Veneto, furono anni difficili ma anche qui da noi si vinse la sfida contro l’eversione”.

“Un secondo periodo fu quello degli anni Ottanta – continua Ciambetti -  una lunga  fase di transizione che vide mutare vorticosamente scenari ed equilibri geopolitici internazionali, sebbene esso sia più ricordato per eccessi e superficialità che per elevate virtù. Anni in cui si affermano stili di vita improntati al consumismo, all’esteriorità e allo svago. Per il Nordest sono anni caratterizzati dall’esplosione di una ricchezza mai conosciuta in precedenza, ma non dimentichiamo che furono anche gli anni di Chernobyl, di Reagan, Gorbaciov, della Thatcher, e della caduta del Muro di Berlino e del primo decennio del pontificato di Giovanni Paolo II:  le radici della svolta negli anni Novanta stanno in quel decennio in cui, come ho detto, assistemmo a profonde modifiche dello scenario internazionale. Stava nascendo un nuovo mondo e un nuovo mondo abbisognava, anche in Italia, di nuove strutture. L’introduzione della Legge 140 del giugno 1990, che modificava l’Ordinamento delle Autonomie locali, e poi la Legge 241 sul nuovo procedimento amministrativo, delinearono una nuova fase che per altro, come sappiamo, non vide uno sviluppo organico,  ma che sfociò nelle quattro Leggi Bassanini tra il 1997 e il 1999. In mezzo, ricordo, il Trattato di Maastricht, con i suoi parametri rigidi, giustamente definiti ‘stupidi’, che verranno assunti non solo come vincolo empirico, ma anche come dogma indefettibile e ancora oggi, contraddicendo le lezioni di un secolo e mezzo di crisi economiche, impongono a livello europeo il primato del contenimento della spesa su quello degli investimenti, spingendo così al lento suicidio l’economia europea”.

“Giungiamo alla Riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 – prosegue il Presidente del Consiglio regionale - che per altro, come notato dagli stessi autori del saggio, non produsse grandi risultati, mentre il mondo attorno a noi, sotto la spinta delle innovazioni tecnologiche, stava ulteriormente mutando in maniera vorticosa: l’11 dicembre 2001 vide l’ingresso della Cina nel WTO con tutti gli sconvolgimenti che quel momento portò nei mercati internazionali. C’è infine l’ultima sottodivisione, quella che riguarda il decennio appena trascorso, dalla grande crisi dei Sub-prime negli Stati Uniti, che innescò quella recessione che ha lasciato profonde ferite nella società e tra i cittadini, oltre che negli stessi conti della Regione, ferite che non si curano con l’ottusa rigidità dei conti a cui ho accennato”.

“In mezzo a questa tumultuosa trasformazione – sottolinea Ciambetti -  le Regioni, in Italia, pur con tutti i loro limiti, sono state un pilastro della democrazia giungendo anche a gestire meglio dello Stato, almeno per quanto riguarda il Veneto e l’intero Nordest, l’Emilia, la Toscana, settori strategici del servizio pubblico, come la Sanità. Fra poco, nel 2020, avremo modo di riflettere in maniera più dettagliata sui primi cinquant’anni dell’Istituto regionale, ma davanti a una bella  ricerca come quella coordinata dal professor Riccamboni, con Serena Grimaldi, Nicola Pantaleoni, William Sausa del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell’Università, assieme a Dario Toniolo del Consiglio regionale del Veneto, non dobbiamo però dimenticare i grandi processi che hanno investito non solo l’Occidente, le rivoluzioni tecnologiche che hanno mutato il nostro stile di vita, la globalizzazione e la nascita di nuove potenze geopolitiche”.

“Governare una fase così complessa non è stato facile – conclude Roberto Ciambetti -   ma di certo, e lo rivendico come merito di quest’aula, qui, pur con tutti i nostri limiti, si è cercato di essere al servizio della democrazia, del territorio e dei cittadini.  Mi sia permesso, allora, un sentito pensiero a quanti ci hanno preceduto, e cito per tutti i nomi di due colleghi bellunesi, di diversa area culturale,  ma uniti dalla passione per la politica come arte del possibile, Floriano Prà e Sergio Reolon, usciti di scena a pochi giorni l’uno dall’altro nel gennaio 2017, dopo una vita passata al servizio delle Istituzione. Essi sono tra i simboli migliori della classe politica regionale che ha avuto, certamente anche delle mele marce, ma anche non pochi personaggi di grande rilievo e spessore morale”. 

Il Segretario Generale, dott. Roberto Valente: “La ricerca presentata oggi a palazzo Ferro Fini rappresenta una tappa importantissima della storia di questa Decima Legislatura ed è prodromica alle celebrazioni, nel 2020, per il Cinquantesimo anniversario della nascita del Consiglio regionale. La ricerca - promossa dal Consiglio regionale, tramite l’Osservatorio Elettorale, e commissionata all’Università degli Studi di Padova, Centro Lago, in particolare alla Struttura diretta dal professor. Riccamboni - racconta la storia della classe politica veneta, e analizza quasi 50 anni di vita istituzionale e politica, evidenziando tutte le differenziazioni che si sono susseguite nel corso del tempo. L’aspetto più importante del lavoro, oltre alla ricerca, è racchiuso nell’anagrafe di tutti i consiglieri regionali che sono stati eletti dal 1970 ad oggi, che sarà presto pubblicata online nel nostro sito istituzionale e che sarà fruibile da tutti i cittadini, i quali potranno così conoscere la storia politica di tutti i consiglieri. Sono molto orgoglioso e anche emozionato per questo lavoro unico in Italia e approfondito, anche perché ho attraversato personalmente diverse legislature nel corso della mia esperienza in Consiglio regionale”.

 

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