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CRV - "Accorpamento dei referendum e allungamento orario di voto referendario dalle 7 alle 23"

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CRV - "Accorpamento dei referendum e allungamento orario di voto referendario dalle 7 alle 23"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

via libera in aula consiliare

27 luglio 2017, 17:16

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Via libera con 45 voti a favore e 2 contrari del Consiglio regionale del Veneto all'accorpamento dei referendum e allungamento dell'orario di voto referendario dalle 7 alle 23

(Arv) Venezia 27 lug. 2017 -       IL Consiglio regionale ha affrontato il Pdl 254 di iniziativa della Giunta regionale “Modifica dell’art.15 della legge regionale 12 gennaio 1973 n.1 ‘Norme sull’iniziativa popolare per le leggi ed i regolamenti  regionali, sul referendum abrogativo e sul referendum consultivi regionali”. In estrema sintesi, il provvedimento tende a prevedere per ogni tipologia di consultazione referendaria l’apertura delle urne dalle 7 alle 23, come a livello nazionale, con l’aumento di un’ora in più rispetto a quanto previsto dalla legislazione regionale risalente agli anni Settanta del secolo scorso.  “L’allineamento della chiusura delle operazioni di voto alle 23 anziché alle ore 22 – ha spiegato il relatore Marino Finozzi  (Lega Nord) – consentirebbe l’abbinamento del referendum consultivo sull’autonomia del Veneto con eventuali referendum consultivi previsti dalla legge regionale del dicembre 1992 sulle variazioni provinciali e comunali” . Il dibattito che è seguito ha visto la netta posizione di censura di Piero Ruzzante (Articolo Uno–Mdp) per il quale “la norma nasconde un altro obiettivo. Chiaramente si va  a pensare al Referendum sull’autonomia come a quello, sub judice, per la divisione tra Venezia e Mestre: occorre raggiungere il quorum. Ma il quorum, sia chiaro, fu previsto come strumento di garanzia per la Giunta”.  Ruzzante ha quindi preso lo spunto partendo dal tema referendario generale per criticare l’iniziativa “con cui la Giunta  chiede ai dipendenti di porre nelle mail di dialogo con i cittadini il logo e l’avviso della consultazione referendaria  di ottobre: qui c’è il rischio di violare le libertà sindacali. Cosa accadrà al dipendente che non metterà nella mail  il logo  referendario”? si è chiesto l’esponente di Articolo Uno-Mdp.  A Ruzzante ha replicato Silvia Rizzotto (Gruppo Zaia Presidente): ”Favorire la partecipazione al voto è un nostro preciso dovere e del resto la norma che è stata proposta dalla Giunta allinea la legislazione veneta con la disposizione nazionale – ha detto la capogruppo del Gruppo Zaia Presidente – Accorpare più consultazioni, favorire l’election day, è una previsione di buon senso che consente risparmi”. Orietta Salemi (Pd): “Nel merito della norma siamo favorevoli. Toccherà ai cittadini stabilire il valore e l’importanza delle consultazioni. Altra questione è discutere, invece, del referendum Venezia-Mestre per il quale abbiamo già espresso le nostre perplessità”. Marino Zorzato (Area Popolare) “Sono favorevole alla norma. Non possiamo ogni volta entrare nella dietrologia, per altro legittima. Possiamo discutere e litigare sul referendum Venezia-Mestre, ma questo è un altro discorso: oggi stiamo discutendo della possibilità logica di accorpare diversi referendum e allungare la durata delle operazioni di voto di un’ora”. Netta contrarietà, già preannunciata in Commissione, di Graziano Azzalin (Pd): “Il vero tema di questa norma è la partecipazione e la partecipazione è il nodo del Referendum sull’autonomia: la norma che è stata proposta ha questo scopo, favorire il raggiungimento del quorum. Per quanto riguarda il discorso dell’invito al voto anche attraverso  le mail possiamo dire che la Giunta sta piegando una Istituzione per fini di parte: non è questo il senso delle Istituzioni democratiche. Avete raggiunto un livello alto di violenza istituzionale”. Pacato Stefano Casali (Centro Destra veneto – autonomia e Libertà) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo “perché questa è una legge intelligente che va ad uniformarci alla legislazione nazionale. Ed è intelligente oggi accorpare le consultazioni referendarie”. Claudio Sinigaglia (Pd) ha sottolineato che “il provvedimento odierno non ha nulla a che fare con il Referendum sull’Autonomia che già prevede le operazioni di voto sino alle 23. Però non siamo neanche ingenui: lo scopo reale di questa norma è portare più gente a votare per il referendum per l’autonomia e su questo argomento vi invito alla cautela nell’usare mezzi impropri di propaganda come il porre nelle e-mail e persino nei siti delle aziende socio-sanitarie la pubblicità del Referendum del 22 ottobre. Rischiate anche l’effetto boomerang”. Simone Scarabel (M5S) ha spiegato  che “quello al voto è  un provvedimento che ci vede favorevoli come sempre siamo stati favorevoli all’election day e quindi all’accorpamento delle consultazioni elettorali. Per quanto riguarda il tema del Quorum voglio sottolineare che noi avremmo sempre voluto abolirlo: siamo favorevoli  alla sua abolizione”. Alla fine si è passati alla votazione che ha visto 45 voti  favorevoli e 2 contrari.

 

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