(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 NOV - "Nonostante l'aumento
delle quote risparmio, sia delle famiglie che delle imprese -
complessivamente il +2,4% rispetto al dato rilevato a giugno
2018, il sistema bancario della Città metropolitana di Reggio
Calabria porta avanti una politica del credito restrittiva, con
gli impieghi bancari che subiscono un'ulteriore battuta
d'arresto". E' quanto si afferma in un comunicato della Camera
di commercio di Reggio Calabria.
"Complice un ciclo economico incerto, le strategie bancarie
di sostegno agli investimenti produttivi - afferma il presidente
dell'ente camerale, Antonino Tramontana - continuano a
penalizzare eccessivamente Reggio, nonostante alcuni segnali di
miglioramento registrati sul fronte dei risparmi. Ciò evidenzia
quanto sia importante come sistema imprenditoriale lavorare sul
clima di fiducia degli operatori, affinché le relazioni
economiche tra i principali attori dell'economia locale possano
offrire slancio alla crescita".
"I finanziamenti cumulativamente concessi nel territorio
reggino - è detto ancora nel comunicativo - ammontano a 4,3
miliardi di euro, in diminuzione del -4,4% rispetto allo stesso
mese dell'anno precedente. In Calabria come nel territorio della
Città metropolitana di Reggio Calabria, la quota maggiore di
credito è 'assorbita' dalle famiglie e non dalle imprese, a
comprova di come l'accesso al credito sia fra le problematiche
maggiormente avvertite dal tessuto imprenditoriale locale.
L'ammontare di credito erogato al sistema produttivo, infatti, è
sceso a quota 1,2 miliardi di euro, registrando un -11,6%
nell'arco temporale analizzato".
"Sulla 'stretta' del credito - riporta ancora il comunicato -
incide un indice sintetico di rischiosità, dato dal rapporto tra
l'ammontare degli impieghi in sofferenza e il totale dei
prestiti concessi dalle banche, pari al 9,6%, più elevato di
quello registrato a livello regionale (8,9%) e nazionale (4,8%);
si tratta tuttavia di un'incidenza in generale diminuzione
rispetto all'anno precedente. Il rapporto conflittuale fra
banche e territorio si ripercuote anche sui tassi di interesse
per rischi a revoca, di gran lunga superiori ai dati medi
nazionali. Nel I trimestre 2019, il costo di una linea di
credito è stato pari all'8,1%, in linea con il dato regionale ma
significativamente più elevato rispetto al dato medio nazionale
(5,5%). Come è ovvio, il tasso alle imprese è più elevato
rispetto a quello applicato alle famiglie (8,6% contro il 4,6%).
Le condizioni di onerosità sono rimaste sostanzialmente
inalterate rispetto a giugno del 2018: i tassi di interesse sono
aumentati di un decimo di punto per il settore produttivo e sono
diminuiti di 8 decimi di punto per le famiglie". (ANSA).