(ANSA) - TRIESTE, 26 LUG - "La Regione Friuli Venezia Giulia
forza la Camera Unica nel Friuli Venezia Giulia. Nonostante il
Piano di Unioncamere, recepito dal Ministero dello Sviluppo
economico (Mise) fino all'incontro della Conferenza
Stato-Regioni convocata questa mattina a Roma, prevedesse due
Camere di commercio per il Friuli Venezia Giulia, con la
votazione di domani si andrà a distruggere gli equilibri dei
territori". Lo afferma in una nota la Camera di Commercio della
Venezia Giulia secondo la quale "il parere espresso questa
mattina nella Conferenza da parte della Regione è il frutto di
un blitz effettuato dal vicepresidente Sergio Bolzonello con una
convocazione fulminea della Giunta regionale per esprimere
parere negativo alla presenza in regione di due Camere di
Commercio e all'impegno ad arrivare ad una Unica camera. Un
doppio passaggio per trovare una garanzia degli equilibri dei
territori e per limare le criticità esistenti in questo
momento".
"Il Piano di Unioncamere e del Mise - afferma la Camera di
Commercio della Venezia Giulia - prevedeva ad oggi quella della
Venezia Giulia frutto dell'accorpamento volontario degli Enti
camerali di Trieste e Gorizia e tutelata dalla legge di Riforma
del Sistema camerale italiano e quella frutto dall'unione degli
Enti di Udine e Pordenone, prevista dal piano di Unioncamere.
Solo perché la Camera di Pordenone non vuole avviare un percorso
di Riforma assieme a quella di Udine e per tutelare il
territorio del presidente Bolzonello, si va contro i tre quarti
delle imprese della regione e delle rappresentanze istituzionali
che si erano chiaramente espresse nei confronti della Regione a
Udine, Gorizia e Trieste".
"Dispiace constatare - prosegue la Camera di Commercio della
Venezia Giulia - che questa è la politica della tutela degli
interessi di pochi a svantaggio della maggioranza, che
comporterà ulteriori costi per le imprese e i cittadini di
questa regione, che creerà disoccupazione e che costringerà la
Regione a farsi carico dell'assunzione dei dipendenti pubblici
in esubero da stipendiare con i soldi dei cittadini, mentre ora
con il diritto camerale le Camere garantivano lavoro e servizi
alle imprese".
"Il parere della Regione - secondo la Camera di Commercio
della Venezia Giulia - va contro la legge di Riforma voluta a
livello nazionale dal Partito della presidente Serracchiani, ma
che per la Regione di cui lei è al vertice forza la legalità pur
di accontentare coloro i quali per mesi avevano minacciato
accorpamenti non consentiti dalla legge anche con Camere del
Veneto. Questa è la Regione che non premia la virtuosità degli
Enti, che si fa beffa del volere della politica dei territori:
il Consiglio Comunale di Trieste con anche i voti dei
consigliere del Pd si era espresso per la tutela della Camera
della Venezia Giulia. La Camera della Venezia Giulia userà tutte
le armi legali in suo possesso per vedere tutelato - conclude la
Camera - un diritto stabilito dalla legge". (ANSA).