(ANSA) - PERUGIA, 21 FEB - Nel 2016 prosegue il calo
dell'impresa giovanile in Umbria che rispecchia quanto accade
anche a livello nazionale. Con 169 in meno rispetto allo stesso
periodo dell'anno precedente, le aziende caratterizzate dalla
partecipazione assoluta o maggioritaria di giovani con meno di
35 anno perdono il 2,2%. E comunque un calo notevolmente
inferiore rispetto a quello registrato nel 2015 quando era stato
registrato un meno 369 rispetto a fine 2014.
In Umbria oggi le imprese giovanili sono 7.562 e in cinque
anni sono calate del 18,3%, con 1.695 imprese guidate da giovani
in meno rispetto al dato di 9.257 del 2011 (le percentuali di
Italia centrale e Italia si attestano rispettivamente su -13,2%
e -15,2%).
Il quadro regionale al 31 dicembre 2016 è stato presentato
nella sede della Camera di Commercio di Perugia durante
l'annuale incontro con l'imprenditoria giovanile della provincia
di Perugia tenuto dall'ente camerale perugino e dal Comitato
giovani imprenditori per discutere su "cosa significa oggi
essere giovani imprenditori". L'iniziativa ha evidenziato
elementi negativi ma anche qualche spiraglio di cambio di
tendenza. Tra questi, un indice di imprenditorialità comunque
più alto di quello italiano, la crescita più evidente nel
settore dell'agricoltura a significare "maggiore attenzione alla
cura del paesaggio e alla tutela del territorio" oltre alla
voglia di autoimpiego. Peculiarità delle imprese giovanili umbre
è infatti la marcata presenza delle ditte individuali (il
73,8%), la forma giuridica in cui si concentra maggiormente
l'orientamento a mettersi in proprio soprattutto in ragione del
minor fabbisogno di capitale iniziale.
L'Umbria si caratterizza anche per numero di start-up
innovative, visto che con 118 imprese al 31 dicembre 2016 "si
piazza molto bene a livello nazionale", come ha ricordato Mario
Pera, segretario generale della Camera di Commercio di Perugia,
che ha introdotto i lavori. "Uno strumento ben utilizzato - ha
detto - quello delle start-up e soprattutto prevalentemente nel
settore dei servizi".
Durante l'incontro sono state inoltre illustrate le "case
stories" proprio di due start-up umbre: One Talent TV e Wearable
Italia.
Ospiti dell'incontro sono stati anche alcuni ragazzi
dell'istituto Capitini a testimonianza, ha sottolineato Pera,
"del rapporto proficuo fra sistema camerale e istituti
scolastici in linea con il progetto alternanza scuola-lavoro".
I giovani infatti - è stato sottolineato - vanno sostenuti
subito perché possono avere fin dalle scuole superiori delle
idee imprenditoriali che poi si possono trasformare in vere e
proprie imprese sul campo, come ha ribadito soprattutto Jacopo
Mele, giovanissimo digital-life coach che ha portato la
testimonianza della sua esperienza parlando di 'Networking,
autoapprendimento continuo e condivisione di idee'. Un talento
che a soli 23 anni è stato selezionato da Forbes come uno dei 30
under 30 più influenti d'Europa e che Wired qualche settimana fa
ha inserito tra le 50 persone al mondo da tenere d'occhio nel
2017.
A presentare nel dettaglio l'Osservatorio 2016 sulle 'Imprese
Giovanili in Umbria, la loro consistenza, i caratteri, le
dinamiche' per Unioncamere Umbria è stato Andrea Massarelli. Le
7.562 attuali imprese giovanili umbre (1.985 quelle artigiane,
2.429 quelle guidate da donne, 1.554 quelle con componente
straniera) rappresentano il 9,3% del totale delle imprese
operanti in regione.
Il calo registrato in Umbria (-2,2% e con percentuali diverse
tra Perugia e Terni che perdono 1,7% la prima e 3,5% la seconda)
accumuna tutte le regioni italiane visto che a livello nazionale
c'è un -2,6%. A livello provinciale le imprese giovanili sono
localizzate per il 74,4% a Perugia e per il restante 25,6% a
Terni.
L'Osservatorio esamina anche l'indice di imprenditorialità,
calcolato rapportando il numero di imprese condotte da giovani
sul numero di giovani residenti (popolazione di età compresa tra
i 18 e i 35 anni); l'Umbria ha dei valori che si avvicinano
molto a quelli dell'Italia e dell'Italia centrale con un grado
di imprenditorialità giovanile che si assesta sul 4,65% -
leggermente più alto del dato nazionale (4,55%) e più basso,
sempre leggermente, di quello delle regioni centrali (4,74%).
Gli unici settori in crescita sono l'agricoltura (+165
imprese), con una variazione positiva del 15,8%, e quello della
sanità e assistenza sociale (+6,1%). Da evidenziare il -11,4%
delle costruzioni. (ANSA).