(ANSA) - TRIESTE, 29 NOV - La Camera di Commercio della
Venezia Giulia respinge la richiesta di accorpamento di
Pordenone. "Non esistono nè i presupposti giuridici, né quelli
geo-economici", afferma il presidente della Camera di commercio
della Venezia Giulia, Antonio Paoletti.
"La Camera di commercio della Venezia Giulia - spiega
Paoletti in una nota - è il frutto dell'accorpamento delle
Camera di commercio di Trieste e Gorizia, quale risultato di un
progetto politico-economico che fonda le sue basi da una
necessità delle categorie economiche di unire le istituzioni per
unire due territori con caratteristiche omogenee. Le istituzioni
- prosegue - non sono il fine ma il mezzo attraverso il quale
si amalgamano sistemi territoriali omogenei per storia,
morfologia economica e territoriale, specificità legate al
confine e alle identità linguistiche e culturali, rendendoli un
sistema più competitivo in un mondo globalizzato".
"Accanto alla Camera della Venezia Giulia - ricorda Paoletti
- hanno fatto questo percorso le Autorità Portuali, i Confidi,
le Associazioni di categoria, la Cooperazione e i Sindacati. Un
percorso di unificazione non fine a sé stesso, bensì mezzo di un
progetto politico condiviso per la costruzione di un territorio,
la Venezia Giulia, consapevoli che le province erano destinate a
scomparire".
Per Paoletti, "questo progetto non può trovare punti di
incontro con Pordenone o con Udine, sia perché i territori di
loro riferimento hanno caratteristiche economiche e produttive
diverse, sia perché, specialmente Pordenone, guarda, per sue
giustificate motivazioni, all'Ente camerale quale fine e non
mezzo".
"E' quindi erroneo, fuorviante e degno d'essere stigmatizzata
- secondo Paoletti - l'attribuzione all'on. Ettore Rosato di
responsabilità che in questo caso specifico nulla hanno a che
fare con la sua libera e consapevole attività parlamentare.
Scaricare la colpa dei propri errori è particolarmente
sgradevole quando si ha la consapevolezza che ciò non
corrisponde al vero. Semmai - aggiunge Paoletti - la bontà delle
ragioni che stanno alla base dell'accorpamento delle Camere di
Trieste e Gorizia hanno portato alla Camera della Venezia Giulia
nonostante" che la norma "consentisse alle Camere di Gorizia e
di Trieste quali realtà di confine di rimanere autonome".
Paoletti ha reso noto che il Consiglio della Camera della
Venezia Giulia gli ha dato mandato "di rispondere negativamente"
alla richiesta della Camera di Pordenone perché "la fusione
delle due Camere di commercio, per la logica che l'ha ispirata,
assolve pienamente agli obblighi di accorpamento previsti dalla
legge, senza necessità e volontà di addivenire ad ulteriori
accorpamenti, perlopiù con territori che per caratteristiche
geo-economiche e composizione del tessuto imprenditoriale sono
distanti da quelli della Venezia Giulia".
"Lascia perplessi e sconcertati - conclude Paoletti -
apprendere che i vertici della Camera di commercio di Pordenone
si muovano dapprima con tardive richieste di accorpamento prima
a Trieste e Gorizia, o ancora alla Camera di commercio di
Venezia, Rovigo e Delta Lagunare, o alla Camera di commercio di
Treviso e Belluno oppure alla neocostituita Camera della Venezia
Giulia, sostenendo al contempo di volere un'unica Camera in
Friuli Venezia Giulia senza passaggi intermedi. Viene da
chiedersi ancora una volta quali siano le ragioni alla base di
tali richieste che poco rispecchiamo le caratteristiche
geo-economiche del pordenonese. Tutto ciò nonostante la
disponibilità dell'Ente camerale di Udine a porre le basi per un
ragionamento comune a vantaggio delle imprese dei due territori
limitrofi con lo stesso tipo di tessuto imprenditoriale. Sembra
che i vertici camerali pordenonesi stiano facendo di tutto pur
di non andare con Udine. Ma allora, mi chiedo, visto questo
atteggiamento tutt'altro che collaborativo, che senso ha
mantenere in vita l'Unioncamere regionale quando proprio il suo
presidente Giovanni Pavan, presidente della Camera di commercio
di Pordenone, è chiamato a rappresentare tutte le Camere di
commercio del Friuli Venezia Giulia?". (ANSA).