(ANSA) - CERNOBBIO (COMO), 25 OTT - La ricerca passa in rassegna
treni, rete stradale e porti.
TRENI - Per quanto riguarda il trasporto merci ferroviario
"la frattura è nettissima" rileva lo studio. Poco meno del 75%
del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a nord
dell'Emilia Romagna, perché il materiale rotabile (vagoni e
locomotori) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Ma
il rapporto si rovescia guardando alla distribuzione della rete:
poco meno del 70% della rete ferroviaria si trova nelle regioni
centrali, meridionali e nelle isole, solo il 30% al
settentrione.
GOMMA - Per quanto riguarda invece la rete stradale, la
ricerca mette in luce che quella italiana è "vecchia" e i piani
di ammodernamento sono "inconcludenti": "31 anni per aprire i 40
km della Variante di Valico Barberino-Sasso Marconi,, autostrada
Tirrenica ancora ridotta a due monconi, la nuova Romeo sempre
un'ipotesi. Senza parlare della Tirreno-Brennero: 9 lustri per
compiere 9 km, e ne mancano ancora 76".
Secondo Confcommercio, il completamento dei diversi
interventi richiederebbe interventi per circa 18 miliardi, più
altri 2 da destinare al trasporto merci su rotaia. "Si tratta -
riconosce la ricerca - di una somma importante corrispondente al
valore di un Legge di Stabilità di media portata".
PORTI - Meno negativa la situazione per quanto riguarda i
porti italiani. Confcommercio riconosce che la riforma varata
dal Governo "è una grande opportunità di crescita". Tra i porti
che riescono a sfruttare le loro potenzialità, Genova, Ravenna,
Trieste, La Spezia. Resta molto da fare per recuperare come
sistema Paese il gap con il nord Europa, ma la riforma punta
nella direzione giusta.