(ANSA) - FIRENZE, 30 MAG - L'export toscano registra
nell'ultimo trimestre 2015 una crescita del 6,5% sul 2014 al
netto dei metalli preziosi, dato che porta la media annua al
+3%, per il sesto anno consecutivo di crescita delle
esportazioni, oggi superiori del 45% rispetto al 2009. Secondo i
dati Istat, illustrati da Unioncamere, la crescita è condivisa
dalla maggior parte dei comparti merceologici che, in molti
casi, riescono a raggiungere incrementi a doppia cifra.
Gli incrementi più sostanziosi sono dell'alimentare (+18,5%),
dell'elettronica (+17,3%), della nautica (+16,3%). Crescono
inoltre più della media regionale il cartario (+9,9%), le
macchine per impieghi speciali (+9,5%) e, nell'ambito del
sistema moda, gli articoli di abbigliamento (+5,8%) e le
calzature (+4,9%). Leggermente negativa la pelletteria (-0,7%).
Oltre la metà dell'export regionale trova sbocco nei paesi
Ue, tutti in positivo con l'eccezione di Grecia e Austria. Nel
continente americano, crescono Usa (+17,4% e Canada (+22%),
crolla il Brasile (-38,4%). Generalmente in positivo l'Asia,
calano Africa e Oceania, anche per l'incidenza di alcune grandi
commesse contabilizzate nel 2014. Le imprese toscane che sono
riuscite ad internazionalizzarsi - afferma Andrea Sereni,
Presidente di Unioncamere Toscana - costituiscono di fatto una
vera e propria élite all'interno del nostro sistema produttivo,
riuscendo in molti casi a superare le difficoltà degli ultimi
anni grazie ad un innalzamento dei propri livelli di
competitività e malgrado un sistema-paese che non sempre è stato
in grado di sostenerne gli sforzi".
Per questo, secondo Sereni, "le iniziative volte ad
accrescere e consolidare il numero di imprese che operano con
l'estero è importante non solo in sé, ma per le ripercussioni
positive che può generare anche sul resto del tessuto economico.
L'avvio di percorsi di internazionalizzazione costituisce una
vera e propria discontinuità nell'orizzonte strategico delle
nostre imprese, richiedendo un salto qualitativo nel modo stesso
di «fare impresa» ed un rafforzamento delle competenze
imprenditoriali che appare quanto mai necessario, nel momento in
cui la competizione globale si fa sempre più intensa".(ANSA).