(ANSA) - ROMA, 16 GEN - Prosegue il calo dei fallimenti
delle aziende italiane. Nei primi 11 mesi del 2016 sono scesi
del 7%, attestandosi a poco più di 1.000 al mese. In totale sono
state 11.655 le procedure fallimentari aperte tra gennaio e
novembre, contro le 12.583 dello stesso periodo del 2015. E'
quanto emerge dalla fotografia scattata da
Unioncamere-Infocamere, secondo cui a portare i libri in
tribunale l'anno passato sono state in media 1,9 imprese ogni
mille registrate negli archivi delle Camere di Commercio.
Dal punto di vista geografico la flessione dei fallimenti
rispetto al 2015 ha riguardato tutte le Regioni, ad eccezione di
Sardegna (+19,3%), Basilicata (+14,3%) e Sicilia (8,8%). In
termini assoluti, la Regione con il maggior numero di procedure
aperte è la Lombardia (2.511), seguita dal Lazio (1.373) e dal
Veneto (poco più di mille). Ed è ancora la Lombardia in vetta
nella classifica regionale per incidenza dei fallimenti sul
tessuto imprenditoriale locale, con 2,6 nuove procedure ogni
mille imprese. Al secondo posto questa volta la Toscana (2,3),
seguita dal Lazio (2,2). La Basilicata è invece la Regione con
il tasso più basso (0,9 ogni mille imprese).
A livello settoriale, è il commercio quello in cui si
osservano i progressi più marcati, con un calo a due cifre delle
procedure fallimentari che sfiora il 12%. Più contenute invece
si presentano le riduzioni nell'industria e soprattutto nelle
costruzioni, dove i fallimenti fanno registrare una flessione
rispetto al 2015 nell'ordine del 6%. In termini assoluti però,
rileva Unioncamere, il commercio è ancora il settore che paga il
prezzo più alto: 2.705 procedure fallimentari aperte tra gennaio
e novembre 2015, pari al 23,2% del totale fallimenti. Seguono le
costruzioni con 2.380 eventi aperti (20,4%) e l'industria
manifatturiera con 2.187 (18,8%9. La manifattura si segnala
anche come il comparto dove l'esposizione delle imprese al
rischio di fallimento è più elevata (3,8 procedure aperte ogni
mille imprese esistenti). (ANSA).