ROMA  - A giugno 2015 le esportazioni verso i paesi extraeuropei calano dell'1,6 rispetto al mese precedente, mentre le importazioni extra Ue crescono del 5,4%. Lo rileva l'Istat, che registra, per il secondo trimestre una dinamica ''lievemente positiva'' dell'export con un aumento dello 0,5% dovuto al boom dei prodotti energetici (+33,7%). Rispetto a giugno 2014 le vendite estere sono in ''marcata crescita'' (+9,1%), condizionate da effetti di calendario. Al netto di questi, il progresso è del 5,6%.
    Nel primo semestre, entrambi i flussi commerciali con i paesi extraeuropei presentano una crescita tendenziale, più sostenuta per le esportazioni (+6,6%) che per le importazioni (+1,3%). Al netto della componente energetica (-22,8%), si rileva per l'import un tasso fortemente positivo (+13,5%).
    La bilancia commerciale con i paesi extra Ue raggiunge un surplus di 13,9 miliardi nel semestre, in aumento del 49,5% dai 9,3 miliardi dello stesso periodo del 2014. Al netto dei prodotti energetici, l'avanzo è di 29,4 miliardi (era 30,5 miliardi nel 2014). A giugno, il saldo è attivo per 2,3 miliardi.
    La crescita tendenziale dell'export extra Ue a giugno riguarda tutti i comparti ed è particolarmente intensa per l'energia (+30,8%). L'energia è anche l'unico raggruppamento di beni in aumento rispetto a maggio (+12,3%), tutti gli altri sono in calo, con i beni di consumo durevoli (-5,3%) e i beni strumentali (-3,2%) che presentano le flessioni congiunturali più marcate. Sul fronte dell'import, la crescita congiunturale è estesa a tutti i comparti, è particolarmente accentuata per i beni strumentali (+13,5%) e l'energia (+6,7%). C'è un un incremento degli acquisti dall'estero anche rispetto a giugno 2014 del 9,4%, che raddoppia al netto della componente energetica, e nel secondo trimestre (+6,7%).
    I i mercati di sbocco più dinamici a giugno sono Turchia (+27,1%), Stati Uniti (+23,4%), Giappone (+14,8%) e Svizzera (+9,1%). Le vendite verso la Russia sono invece ''in forte calo'' (-25,3%).