TORINO - "Prendendo a prestito una bella frase di Alain Platel, potrei dire: Torinodanza è per la città e la città è per tutti". A parlare è Gigi Cristoforetti che si prepara a inaugurare la sua ultima edizione da direttore artistico del Festival Torinodanza, per approdare a quella della Fondazione Nazionale della Danza e di Arteballetto. "Ho sempre cercato di andare incontro a gusti diversi quanti sono i potenziali spettatori - racconta - e a tutte le istituzioni culturali grandi o piccole, con le quali collaborare è un piacere, ma credo anche un obbligo. Diciamo che il mondo della cultura può dare dei segni di trasversalità e apertura dei quali oggi c'è un gran bisogno".
Un festival per la città, dunque, che con la città ha sempre avuto un forte legame, aperto a pubblici differenti e che per questa ultima edizione targata Cristoforetti "non poteva che essere una summa, nella quale tutti possano riconoscere un elemento di interesse". Al centro, spiega il direttore, "quel meraviglioso punto di incontro tra pulizia e codici classici e inquietudine contemporanea che ha il suo vertice in autori come Preljocaj, Kylian, van Manen, Childs, Brown, Naharin, Duato. Ma anche i nuovi mondi che si affermano con propri artisti, come Coulibaly, e quelle firme forti come Dcouflé, Greco, Shechter. E poi i giovani. C'è veramente un mondo".
Un mondo, quello della danza contemporanea, che il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale ha voluto e saputo intercettare prima di tutti, diventando nel 2009 il primo teatro pubblico di prosa a integrare strutturalmente la danza nella sua attività. "Grazie a questa esperienza - dice Cristoforetti - sento di aver compreso quella che sarà la mia prossima sfida. Il mondo del teatro e della danza in Italia hanno bisogno uno dell'altro, stilisticamente e culturalmente, anche per potersi mettere davvero in condizione di guardare all'Europa e al futuro. Oggi - ribadisce - i teatri di prosa possono e devono programmare danza. Dopo aver ricevuto un'accoglienza e una collaborazione davvero incredibile - aggiunge - ho potuto dare il mio contributo in termini di internazionalizzazione, e di costruzione di un festival speciale come Torinodanza e con la stessa energia ora vorrei contribuire a creare una percezione diversa per la danza anche su un piano nazionale". E come tutti i nuovi inizi un pensiero per quello che si lascia. "Mi dispiace lasciare Torino - confida Cristoforetti - perché ho molto imparato e mi sono divertito. La cifra speciale di questa città - dice - è il modo in cui riesce a coniugare una solidità che sfiora il conservatorismo con un'energia che le permette di affrontare qualsiasi sfida. Una città positivamente in bilico che spero continui a guardare al futuro. Lasciarla, per me - conclude - significa proprio cercare nuove sfide e anche Torinodanza non può che trovare linfa dalla nuova direttrice Anna Cremonini, già al lavoro insieme a Filippo Fonsatti e allo staff del Teatro Nazionale di Torino".
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