(di Alessandra Baldini)
NEW YORK - Un restauro tutto italiano di un quadro iconico dell'arte astratta del Ventesimo Secolo diventa protagonista al Guggenheim di New York. "Alchemy", uno tra i primissimi dripping di Pollock e che costituisce quasi un manifesto della tecnica che ha fatto dell'artista un gigante del XX secolo, ha ripreso vita grazie a una straordinaria squadra di storici dell'arte, scienziati, restauratori che hanno fatto capo a un centro di eccellenza, l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Il quadro, proveniente dalla Collezione Guggenheim di Venezia, chiude al sesto piano della rampa di Frank Lloyd Write la mostra "Visionaries" sponsorizzata da Lavazza al Guggenheim Museum di New York e aperta da oggi al 6 settembre.
E' la prima volta in quasi 50 anni che questo importantissimo dipinto viene esposto negli Usa. Accanto al quadro, una mostra didattica presenta una inchiesta approfondita sui materiali e il processo di lavoro di Pollock emersi durante il restauro. Mille scoperte, spiega all'ANSA il direttore del museo veneziano Philip Rylands, tra cui quello che Pollock anziché una tela, lavoro' su una tovaglia o una tenda appartenuta alla madre.
"Alchemy" era stato esposto a Venezia per tre decenni senza vetro di protezione: "Era coperto di polvere e ingrigito", ha detto Luciano Pensabene, il restauratore della Peggy Guggenheim Collection che ha coordinato gli studi e effettuato la pulitura. Il restauro, a cui hanno collaborato team dell'Opificio, del CNR, del Dipartimento di Chimica Ingegneristica di Torino e dell'istituto di Fisica Nucleare di Firenze, ha permesso di scoprire una tavolozza di 19 colori, alcuni estremamente brillanti. Sempre attraverso il restauro e' emerso che l'artista aveva affrontato l'opera con lo spirito di un direttore d'orchestra, producendo contrappunti e simmetrie impossibili da ottenere senza una accurata pianificazione soprattutto su un'opera cosi' monumentale.
Pollock fu scoperto da Peggy Guggenheim che ne intuì il talento e decise di offrirgli un contratto attraverso la sua galleria newyorchese "Art of This Century". Altre due opere presentate in "Visionaries" sono state restaurate dal team di Pensabene: un altro Pollock ("Circumcision" del 1946) e "L'atelier" di Picasso del 1928: "Li' abbiamo scoperto varie tonalità di bianco, tra cui nella parte centrale un pannello quasi grigio", ha spiegato il restauratore: "Quello che sembrava una parete e' diventato uno specchio".
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