TORINO - Cinque secoli di passione e tradizione calcistica italiana sono racchiusi nel catalogo dell'Asta Bolaffi 'Football Memorabilia' del 14 dicembre al Grand Hotel et de Milan, in via Manzoni 29 a Milano. Un evento nel quale andrà all'incanto l'unica copia conosciuta del primo Statuto del Milan, proprio nei giorni in cui dovrebbe essere definita la cessione del club. La vera sfida sarà dunque scoprire se il presidente deciderà di giocarsi la partita, questa volta all'asta, per aggiudicarsi lo Statuto del 'Milan Football & Cricket Club' del 1900, o se piuttosto sarà il primo acquisto dell'aspirante nuova proprietà cinese. "Ma potrebbero entrare in gioco anche altri contendenti - osserva Filippo Bolaffi, ad della casa d'aste - collezionisti di memorabilia calcistici, tifosi, musei e fondazioni internazionali. Perfino il presidente di una squadra avversaria".
Di sicuro, se c'è un luogo in cui il prezioso documento, che ha una stima tra gli 80 e i 120 mila euro, avrebbe un posto d'onore, è proprio Casa Milan che, in un momento decisivo per la società, riempirebbe così l'unico tassello ancora mancante - il primo - della sua storia. Le radici del club, come di tutto il calcio moderno, sono di importazione: "Il modello è il football inglese, che si diffonde tra fine Ottocento e inizio Novecento in tutta la penisola - racconta Cristiano Collari, esperto della casa d'aste Bolaffi -. A Milano è un gruppo di gentlemen britannici a organizzarsi per dare vita alla squadra, nel 1899. Anche se le origini, prima del ritrovamento di questo Statuto, erano incerte".
L'Asta Bolaffi del 14 dicembre riporta a epoche ancora più lontane, grazie a una raccolta di documenti secenteschi sul calcio fiorentino, antenato del gioco del pallone. "Anche se è più simile a una 'pugna' - prosegue Collari - in cui gli avversari non si risparmiano colpi e scorrettezze". In asta è testimoniato da un manoscritto del 1672, con i nomi dei giocatori di una partita del giovedì grasso (stima 2-3 mila euro), memorie tratte da diverse scritture del 1688 e due incisioni che mostrano una partita in piazza Santa Croce, nel capoluogo toscano, sempre in occasione del Carnevale.
Scorrendo i lotti si arriva alla storia recente, con una serie di memorabilia ricchi di suggestioni che saranno combattuti tra gli appassionati e i tifosi. Il secondo top lot della vendita è la mitica maglia di uno dei più grandi giocatori italiani di tutti i tempi, Gigi Riva. La numero 11, quella che, il 26 aprile 1970, 'Rombo di tuono' indossò l'ultima giornata di campionato in cui il Cagliari vinse lo scudetto. Il cimelio, proveniente da un giocatore del Torino con cui Riva scambiò la maglietta negli spogliatoi a fine partita, simbolo di un'epoca gloriosa per il Cagliari e di importanza eccezionale per l'intera storia del calcio italiano, è stimato 8-12mila euro. "La presenza di cimeli di questa rilevanza in una vendita all'incanto è di per sé una rarità - spiega l'esperto - in genere vengono conservati gelosamente, come delle reliquie".
A Milano andrà all'asta anche la maglia di Dino Zoff del campionato 1978, anno del 18 esimo scudetto della Juventus. Custodisce invece gli autografi dei principali giocatori di calcio, atleti e corridori nazionali e stranieri del 1939 un altro oggetto straordinario: un taccuino appartenuto a un giovanissimo Mike Bongiorno, che appena quindicenne lavorava come galoppino per La Stampa, il quotidiano della sua città d'adozione, Torino. Numerose le firme del Grande Torino, collezionate da un personaggio famoso anche per la sua fede bianconera: tra i tanti protagonisti Cesare Gallea, Walter Petron e Aldo Olivieri.
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