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Robot Da Vinci in sala operatoria, è 'medicina del futuro'

Robot Da Vinci in sala operatoria, è 'medicina del futuro'

Sanitari promuovono tecnologia, nuove frontiere per la sanità

26 maggio 2015, 21:18

Redazione ANSA

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TORINO  - Tecnologie come quella del sistema robotico Da Vinci, che per la prima volta entra in una struttura sanitaria privata torinese, la clinica Santa Caterina da Siena, sono "la medicina del futuro" e il loro utilizzo, possibile anche in telemedicina, è di grande importanza, ad esempio in zone di guerra. A sottolinearlo è il professor Bruno Frea, ordinario di Urologia alle Molinette che opera anche nella struttura ai piedi della collina torinese, dove questa sera è stato presentato l'innovativo Robot.
   "Avere sempre più tecnologia nelle zone di conflitto bellico permetterà di salvaguardare al massimo la professionalità e l'esperienza dei chirurghi che potranno operare guidando il sistema robotico a distanza", psiega il professor Frea.
   L'arrivo di Da Vinci alla clinica Santa Caterina da Siena, aggiunge il professor Frea, "porta a Torino una tecnologia che non era presente in una struttura privata e arricchisce il numero di questi robot presenti in città, che salgono così a tre. Il vantaggio di Da Vinci - prosegue - è rappresentato soprattutto dal fatto di poter eseguire un intervento con una amplificazione del campo operatorio grazie alla visualizzazione 3D ad alta risoluzione e questo permette di recuperare al massimo le strutture anatomiche, cosa molto importante ad esempio in urologia, in particolare negli interventi alla prostata, uno dei settori in cui Da Vinci è più utilizzato".
   Per la clinica torinese del gruppo Gvm Care & Research si tratta di un nuovo investimento in tecnologia avanzata, dopo la Tac che esegue un esame cardiaco in 250 millesimi di secondo e la risonanza magnetica aperta. "Avere una macchina così veloce come questa Tac - spiega il dottor Giorgio Perron Cabus, responsabile della Radiologia - permette di ridurre la dose di radiazioni e di eseguire l'esame velocemente. Inoltre il fatto di essere cardiosincronizzata consente di studiare organi in movimento, soprattutto il cuore. La tecnologia - conclude - permette uno studio tridimensionale delle immagini creando una linea continua fra radiologo e chirurgo". 

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