TORINO - Compare per la prima volta in una vendita all'asta la medaglia 'sbagliata' di Papa Francesco. Coniata a ottobre 2013 per il primo anno di pontificato di Bergoglio, è stata poi subito ritirata, per un refuso contenuto in un'incisione. Insieme a una moneta tra le più belle e rare di Casa Savoia, il 5 lire d'argento 'Aquila sabauda', è uno dei lotti più attesi all'asta numismatica Bolaffi che si svolge a Torino il 5 e il 6 giugno.
I due esemplari fanno parte di un catalogo di 1.700 lotti, per un valore complessivo che supera il milione di euro e abbraccia un arco temporale vastissimo. Tra i reperti più antichi ci sono le dracme del Regno Tolemaico e gli aurei degli imperatori romani, per passare agli stati preunitari e arrivare ai giorni nostri, con la medaglia del pontificato, la prima coniata con un errore, un particolare che la rende ancor più ambita dai collezionisti.
Gli esperti sono convinti che in circolazione vi sia solo una decina di esemplari del genere. Ben rappresentata nel catalogo è l'epoca sabauda, con una panoramica quasi completa delle monete del 're numismatico', Vittorio Emanuele III, ma soprattutto con due rarità: l'80 lire d'oro di Vittorio Emanuele I del 1821, uno dei migliori mai comparsi sul mercato, e il 5 lire in argento coniato in appena 114 esemplari, con l'aquila araldica sul rovescio. I collezionisti potranno assicurarsele da una base di 30 mila euro.
"Fra le monete sabaude spiccano alcune massime espressioni delle coniazioni decimali - conferma l'esperto numismatico della Bolaffi, Gabriele Tonello - pregevoli anche per lo stato di conservazione. Ma non sono da trascurare le emissioni degli antichi stati italiani e quelle estere, dov'è massiccia la presenza di esemplari in oro".
Tra le monete preunitarie si fa notare il doppio ducato di Antegnate, coniato a Bologna con il ritratto di Giovanni Bentivoglio, uno dei più significativi dell'epoca rinascimentale, ma anche lo scudo d'oro della Repubblica di Siena, datato 1551. Fra le coniazioni estere, si spazia in lungo e in largo sulla carta geografica: c'è un mohurs dell'India coloniale con l'effigie di Guglielmo IV, alcune monete brasiliane che vanno dalla seconda metà del '700 a inizio '800 e il 5 ducati di Ferdinando d'Asburgo del 1644. "Potrebbe rivelarsi una delle sorprese della vendita anche una banconota cinese da 10 Yuan del 1953 - aggiunge Tonello -, fra le massime rarità delle emissioni cartacee del Paese orientale". La carta moneta rappresenta un capitolo pieno di curiosità, come il Mille lire del Banco di Napoli del 1903 e il biglietto di Banca da 500 'Grande C', uno dei più pregiati del Regno d'Italia.
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