Non è più tempo di rose rosse. Per
la ricorrenza di San Valentino sono aumentate le richieste di
primule, bulbose, azalee e orchidee prodotte in Italia. Una
tendenza in corso almeno già dal 2013 e che è cresciuta negli
anni, tanto che la vendita di fiori di stagione ha superato
quella del mazzolino scarlatto con cui, come vuole la
tradizione, si elargiscono dichiarazioni e promesse d'amore. A
parlarne, da Torino, è Asproflor, l'associazione dei produttori
florovivaisti italiani. "Un sondaggio che abbiamo svolto tra i
garden center e i punti vendita - afferma il presidente, Renzo
Marconi - evidenzia una riduzione delle prenotazioni di rose
rosse. Una scelta riconducibile ai costi elevati, perché in
questo periodo i prodotti arrivano dal Kenya o dal Perù tramite
il mercato olandese".
Asproflor chiede un "impegno maggiore nella tutela del
florovivaismo italiano rispetto alle importazioni extra-europee"
e ricorda che il comparto conta "100 mila addetti impiegati in
27 mila aziende per un fatturato di circa 2,5 miliardi
all'anno".
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