L'incisivo inferiore di un giovane
adulto e un osso occipitale intero (la parte posteriore del
cranio) risalenti a circa 300mila anni fa: sono i resti umani
più antichi del Nord Italia e sono stati rinvenuti nel
Vercellese, nella Grotta di Ciota Ciara a Borgosesia. La
scoperta è avvenuta durante una campagna di scavi condotta da
docenti, ricercatori e studenti del Dipartimento di Studi
Umanistici dell'Università di Ferrara grazie alla concessione
del Mibac.
"I reperti che abbiamo rinvenuto, soprattutto l'osso
occipitale, sono davvero fondamentali per definire la storia
evolutiva dell'uomo in Europa", sottolinea Marta Arzarello,
docente di Scienze preistoriche e antropologiche a Ferrara:
"Proprio su di esso sono presenti delle strutture che
definiscono la specie Neandertaliana: il famoso 'chignon'
(rigonfiamento) occipitale e la sottostante fossa soprainiaca".
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