L'albergatore che non versa all'Erario
l'imposta di soggiorno è colpevole di peculato. Lo ha ribadito
la Corte di Cassazione che questa settimana ha depositato le
motivazioni della sentenza con cui a luglio ha confermato la
decisione della Corte d'appello di Torino del 6 febbraio 2018.
Il caso riguarda il gestore di due alberghi del capoluogo
piemontese, Roberto Franci, che tra il 2012 e il 2015 non ha
versato nelle casse pubbliche più di 200mila euro raccolti.
Secondo i magistrati l'imprenditore andava ritenuto come un
"incaricato di pubblico servizio nel momento in cui riceve la
tassa di soggiorno di competenza del Comune". Nel corso del
processo l'albergatore ha sostenuto di aver commesso l'errore in
buona fede, ma i magistrati non l'hanno ritenuta una ragione
credibile perché comunicava trimestralmente gli importi agli
uffici comunali e poi tratteneva il denaro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA