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Salone Libro, Picchioni si difende

Salone Libro, Picchioni si difende

Peccato originale una dotazione inesistente a inizio mio lavoro

TORINO, 24 gennaio 2019, 18:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mi difenderò per ogni scatola di cioccolatini, che pure è un omaggio caratteristico della nostra città, per avere utilizzato ogni risorsa mia e della Fondazione per superare diffidenze, pregiudizi e ostacoli, mi difenderò per aver accolto i nostri ospiti con un'ospitalità degna della tradizione torinese, ma l'importante è che Torino sia stata e rimanga per tutti la 'Città del Libro". Rolando Picchioni, ai vertici del Salone del Libro dal 1998 al 2015, si difende così dallo "stillicidio mediatico" delle notizie relative all'inchiesta sulla buchmesse torinese.
    "Scrivo per ribadire l'orgoglio per un lavoro compiuto con passione in oltre quindici anni, lavoro che, al di là delle molteplici difficoltà, ha fatto del Salone una realtà indiscussa della cultura italiana", scrive Picchioni, che in una lettera aperta individua il "peccato originale": "il mio lavoro iniziò alla fine del 1998 con un fondo di dotazione inesistente". Una "evidente criticità economica, che ha condizionato tutti i bilanci successivi".
   

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