Quando il suo grosso cane di razza
Amstaff azzannò e uccise una cagnolina, raccontò ai carabinieri
- con tanto di denuncia formale - una versione capovolta
dell'accaduto: la cagnolina gli aveva morso un dito e il molosso
non aveva fatto altro che difenderlo. Una condotta che a G.C.,
67 anni, è costata una condanna a due anni di carcere per
calunnia. La sentenza è del giudice Rossella La Gatta.
L'episodio è avvenuto a Moncalieri il 13 maggio 2015. La
piccola Minni, un meticcio di due chili per venti cm di altezza,
fu aggredita da un animale che, secondo la testimonianza di un
veterinario, "poteva essere venti o trenta volte più grande". La
padrona, una signora di 53 anni, si è costituita parte civile
con l'avvocato Alfonso Picardi e, in qualità di vittima della
calunnia, ha ottenuto un risarcimento di 1.500 euro.
L'Amstaff, che secondo alcuni residenti nel quartiere aveva
"un'indole tutt'altro che docile", dopo essere rimasto rinchiuso
in un canile è stato assegnato a una addestratrice.
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