Un tentativo di condizionare la
sindaca Chiara Appendino accompagnato da una 'bufala' su Beppe
Grillo. Il dettaglio spunta dalle carte dell'inchiesta sui
locali notturni che vede al centro il notaio Alberto Morano,
consigliere comunale di opposizione.
Uno degli indagati, Angelo D'Amico, ex consigliere comunale
per Fi e poi collaboratore di Morano, contattò la sindaca il 1
giugno 2017 via whatsapp in merito alla discoteca Cacao. Morano
era contrario al rinnovo della concessione ms, secondo l'accusa,
fece chiedere al titolare del locale 200 mila euro per cessare
la sua battaglia politica. D'Amico scrisse alla Appendino che
l'atto di rinnovo sarebbe stato impugnato dai gestori e parlò di
un "trappolone". "Hanno scoperto che Beppe Grillo è il padrino
di battesimo della figlia del titolare, ti attaccheranno
pubblicamente". La sindaca rispose che la circostanza era falsa
e che la concessione era già stata rescissa: al Cacao era solo
stato permesso di proseguire l'attività durante l'estate.
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