Punta molto sull'Asti secco, la
neonata versione della celebre docg, il 2018 dell'azienda
vinicola Toso di Cossano Belbo. "Abbiamo riscontrato in numerosi
mercati esteri un grande interesse - spiega Gianfranco Toso,
alla guida con il fratello Pietro e il cugino Massimo - i primi
ordini sono arrivati da Francia, Russia e Ucraina e dal Nord
Europa. Il gradimento lascia prevedere significativi sviluppi.
Ma anche l'Italia è fondamentale per il nostro prodotto e
vogliamo sostenerlo al massimo, in particolare nel canale della
ristorazione".
La Toso è impegnata nella ricerca per cercare di abbattere il
l'anidride solforosa: "nei nostri vini - spiega l'azienda - è da
sempre molto inferiore al limite massimo imposto dalla
normativa. L'obiettivo è produrre vini che ne siamo totalmente
privi, grazie all'utilizzo di tecnologie di avanguardia".
Nel 2017 il fatturato della Toso è stato di 36 milioni;
l'export vale il 65% e si si sviluppa in particolare in Francia
(40%), Belgio, Olanda, Nord Europa, Russia, Ucraina.
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