Nell'inverno del '43 ospitarono a
Sauze d'Oulx, in Val Susa, una bimba ebrea facendola passare per
l'insegnante dei figli. E salvandola dalle persecuzioni
antisemite. Un "messaggio di umanità", come l'ha definito la
sindaca di Torino Chiara Appendino, per cui Dalmiro e Verbena
Costa sono stati riconosciuti Giusti fra le Nazioni. La medaglia
alla memoria è stata consegnata oggi da Rafael Erdreich,
ministro consigliere dell'ambasciata di Israele, al figlio
Giorgio.
La cerimonia in Comune, a Torino, alla presenza di Nedelia
Tedeschi Lolli, la bimba salvata dalle persecuzioni oggi
bisnonna. Per Appendino, l'esempio di Dalmiro e Verbena deve
servire da "monito in tempi di rigurgiti razzisti e di
intolleranza, in cui a tratti l'oscurità sembra vicina. Oggi,
col loro ricordo, celebriamo gli antidoti a quella violenza".
Dalmiro e Verbena "scelsero di stare dalla parte dell'umanità
non perché santi o eroi - ha concluso il vicepresidente del
Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti - ma uomini
normali".
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