L'Anac fissa dei paletti rispetto al
processo di privatizzazione del consorzio Csi Piemonte,
indicando che se si concluderà l'iter per la cessione di un ramo
d'azienda, il Consorzio non potrà più ottenere affidamenti in
house. Csi progetta, realizza e gestisce il servizio informatico
e di elaborazione dati regionale e degli enti pubblici
consorziati. A ricorrere all'Autorità nazionale anticorruzione è
stato il Comune di Torino, attraverso il sindaco Chiara
Appendino. Da lei è partita la richiesta di un parere
tecnico-giuridico per capire se al termine della procedura con
cui Csi intende trasferire a un privato un ramo d'azienda, e con
esso la parte più consistente della propria attività, il Comune
potrà ancora dare affidamenti diretti al consorzio. E la
risposta, come spiega la delibera 138 dell'Anac, pubblicata on
line sul sito dell'Authority, è stata negativa, perché si
violerebbe la concorrenza e si snaturerebbe l'istituto dell'in
house.
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