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Thyssen: Cassazione, 'colpa imponente' del management

Thyssen

Thyssen: Cassazione, 'colpa imponente' del management

Motivazioni conferma condanne per rogo con sette operai morti

ROMA, 12 dicembre 2016, 15:43

Redazione ANSA

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I familiari delle vittime davanti alle lapidi durante la cerimonia di commemorazione della tragedia Thyssenkrupp presso il cimitero monumentale, Torino, 5 Dicembre 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA

I familiari delle vittime davanti alle lapidi durante la cerimonia di commemorazione della tragedia Thyssenkrupp presso il cimitero monumentale, Torino, 5 Dicembre 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA
I familiari delle vittime davanti alle lapidi durante la cerimonia di commemorazione della tragedia Thyssenkrupp presso il cimitero monumentale, Torino, 5 Dicembre 2016 - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stata una "colpa imponente" quella commessa dall'ex ad della Thyssen Harald Espenhahn che insieme ad altri cinque manager del gruppo siderurgico ha provocato, per la totale e consapevole mancanza di adeguate misure di sicurezza, il rogo dello stabilimento di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 in seguito al quale morirono sette operai. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi del verdetto emesso lo scorso 13 maggio di conferma delle pene lievemente ridotte nell'appello bis. 

Ad avviso della Suprema Corte, quella dell'ex ad e degli altri dirigenti, è una "colpa imponente" tanto "per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento prima che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle condotte antidoverose riferite a ciascuno di essi che, sinergicamente, avevano confluito nel determinare all'interno" dello stabilimento di Torino "una situazione di attuale e latente pericolo per la vita e per la integrità fisica dei lavoratori". I supremi giudici affermano inoltre che quella commessa è stata una "colpa imponente" anche per "la imponente serie di inosservanze a specifiche disposizioni infortunistiche di carattere primario e secondario, non ultima la disposizione del piano di sicurezza che impegnava gli stessi lavoratori in prima battuta a fronteggiare gli inneschi di incendio, dotati di mezzi di spegnimento a breve gittata, ritenuti inadeguati e a evitare di rivolgersi a presidi esterni di pubblico intervento". 
   

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