Quattro anni fra indagini e
processo per stabilire se gli animatori di una casa di cura
dovessero, in realtà, essere qualificati come "educatori".
Succede a Torino, dove oggi, in tribunale, 5 lavoratori della
struttura, tra cui il musicista che intratteneva i degenti
suonando la chitarra e invitandoli a cantare, sono stati assolti
dall'accusa di esercizio abusivo della professione.
La vicenda, chiusa dalla giudice Giulia Casalegno, cominciò
nel 2012 dopo una ispezione dei carabinieri del Nas in una casa
di cura a Marentino (Torino) che oggi ha un'altra gestione: la
struttura ospitava degli anziani ma anche persone con problemi
psichiatrici, e questo, in teoria, richiedeva la presenza di
"educatori" di supporto ai medici. Fra gli imputati (difesi
dagli avvocati Maria Teresa Rasulo e Alessandro Lamacchia) c'era
anche un'esperta di decoupage. Il pm ha chiesto la condanna di
tutti gli imputati a pene fra i 2 mesi e 10 giorni e i 4 mesi.
L'ex proprietaria della struttura patteggiò 400 euro di multa.
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