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Dieci anni fa inizio era Marchionne, con lui nuova Fiat

Nomina a.d. 1 giugno 2004.Da azienda in crisi a 7/o gruppo mondo

(di Amalia Angotti).
    (ANSA) - TORINO, 30 MAG - Compie dieci anni la Fiat di Sergio Marchionne. "Anni luce" la distanza tra l'azienda del 2004 e quella di oggi. Quando assume la carica di amministratore delegato l'azienda è sull'orlo del baratro, perde più di un miliardo di euro l'anno, fattura 27 miliardi e rischia l'estinzione. Oggi i ricavi si sono più che triplicati e con Chrysler è nato il settimo gruppo automobilistico mondiale.
    I numeri danno il senso del cambiamento, ma non bastano. La trasformazione è più profonda: investe la struttura del gruppo, le relazioni sindacali, i rapporti con Torino e con l'Italia, la strategia e l'immagine. Ci sono nei dieci anni lo spin off con la scissione dell'auto da una parte, i camion e i trattori dall'altra, il braccio di ferro con la Fiom e l'uscita da Confindustria, la chiusura di Termini Imerese e gli investimenti nelle fabbriche italiane, la conquista della Bertone, il piano Fabbrica Italia. E ancora il tentativo non andato in porto di alleanza con Opel, fino alla conquista di Chrysler.
    E' il primo giugno 2004, pochi giorni dopo la morte di Umberto Agnelli, quando il consiglio di amministrazione Fiat nomina la squadra che dovrà guidare la rinascita: Luca di Montezemolo presidente, John Elkann vicepresidente e Sergio Marchionne amministratore delegato. Il manager italo-canadese sostituisce Giuseppe Morchio che lascia la casa torinese dopo avere tentato di affiancare la carica di presidente a quella di amministratore delegato. I primi successi sul fronte finanziario sono la rottura dell'alleanza con Gm, che dopo un duro scontro evita l'acquisto di Fiat Auto da parte della casa Usa e l'accordo con le banche sul prestito convertendo da 3 miliardi di euro, grazie al quale gli Agnelli mantengono il controllo della Fiat.
    Marchionne, che il 17 febbraio 2005 diventa anche amministratore delegato dell'auto (solo Cesare Romiti aveva tenuto le due cariche insieme per due anni), lancia a Torino la Grande Punto e vara un piano che prevede entro il 2008 investimenti per 10 miliardi di euro. I conti del 2005 sono quelli della svolta: il gruppo registra, per la prima volta dopo cinque anni, un utile di 1,4 miliardi e il risultato della gestione ordinaria è venti volte superiore a quello del 2004.
    Nel 2007, quando presenta i conti 2006, Marchionne parla di una Fiat finalmente uscita dall'emergenza e a suggellare la rinascita arriva il 4 luglio 2007 la nuova 500 presentata con una grande festa a Torino.
    La crisi del 2008 costringe il Lingotto a modificare i piani e richiede un massiccio ricorso alla cassa integrazione. "Il 2009 - ammette Marchionne - sarà l'anno più difficile della mia vita perchè sono state spazzate via le condizioni sulle quali avevamo definito i nostri programmi". Il 2009 è anche l'anno del salvataggio di Chrysler dal fallimento, con la trattativa con il Tesoro Usa e i sindacati americani e la benedizione da parte del presidente Barack Obama. Le ultime pagine raccontano la nascita di un unico gruppo con sede fiscale a Londra e sede legale ad Amsterdam, in attesa di quotarsi a Wall Street e il varo di un piano strategico per i prossimi cinque anni, che ha l'obiettivo di arrivare a 7 milioni di auto vendute nel mondo.
    La storia di Marchionne alla Fiat non finisce qui. Dieci anni oggi, ma si va avanti. "Resterò almeno fino alla fine del piano", ha assicurato l'ad del Lingotto. Al suo fianco c'è la squadra di manager che dovrà continuare la sua opera e tra questi potrebbe essere scelto il successore. Prima però ci sono altre pagine da scrivere, tasselli che mancano per completare il libro sulla Fiat di Marchionne. (ANSA).
   

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