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'Basta conversioni forzate in Pakistan'

Tra punti documento anche lo stop ai matrimoni precoci

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 7 AGO - "L'Occidente e media internazionali possono fare molto per tutelare le minoranze religiose in Pakistan". Ad affermarlo è l'avvocatessa cattolica Tabassum Yousaf che domani a Karachi organizzerà assieme ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una conferenza per porre l'attenzione sul drammatico fenomeno delle conversioni forzate all'Islam di giovani donne e perfino adolescenti appartenenti alle minoranze religiose. "Ogni anno almeno mille delle nostre ragazze vengono rapite, violentate, obbligate a convertirsi all'Islam e costrette a sposare i loro aguzzini", denuncia la Yousaf notando come questa sia una piaga che affligge tutte le minoranze religiose, in primis cristiani e indù. La conferenza promossa anche da Acs è realizzata anche in occasione della prossima giornata per le minoranze, che in Pakistan ricorre l'11 agosto. All'evento prenderanno infatti parte esponenti delle diverse religioni, inclusi il cardinale Joseph Coutts e alcuni leader religiosi islamici.
    Oltre a denunciare il dramma di queste donne e perfino bambine le cui famiglie si trovano spesso totalmente indifese di fronte al sistema giuridico pachistano per il quale una conversione all'Islam è comunque inoppugnabile, la conferenza intende approfondire il tema delle misure che in Pakistan potrebbero consentire non soltanto la tutela delle minoranze, ma anche il loro sviluppo. "I nostri ragazzi non hanno accesso ad un'istruzione adeguata e pertanto sono penalizzati anche nella ricerca di un impiego", afferma la Yousaf la quale ha steso - con la collaborazione del cardinal Coutts e di leader di diverse fedi - una risoluzione in 10 punti per la promozione delle minoranze che sarà firmata dai partecipanti alla conferenza. Al primo punto, si chiede di fissare a 18 anni l'età minima per contrarre matrimonio, mentre al punto n. 9 si richiedono tutele legali contro i rapimenti e le conversioni forzate. "Il caso di Asia Bibi mostra quanto la visibilità internazionale sia cruciale per la tutela delle minoranze pachistane. Quindi continuate ad accendere i riflettori sulla difficile condizione in cui viviamo", conclude l'avvocatessa cattolica che esprime a Papa Francesco tutta la gratitudine dei cristiani del Pakistan: "Siamo profondamente grati al Santo Padre per la vicinanza nella preghiera a noi cristiani pachistani e a tutto il nostro Paese".(ANSA).
   

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