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Fede e prigione, scritti di Junqueras

Politico firma con benedettino 'Meditazioni dal carcere'

(ANSA) - ROMA, 3 MAG - L'esperienza del carcere non è mai piacevole. Tuttavia, la prigionia può essere l'occasione per una introspezione personale che può produrre opere di interesse, anche teologico. È quello che accade con "Meditazioni dal carcere di Lledoners". Si tratta di alcune riflessioni scritte da Oriol Junqueras, l'ex vicepresidente del 'Govern' della Catalogna, in collaborazione con il benedettino padre Hilari Raguer su diversi temi (tra gli altri il rapporto tra fede e opere, la misericordia, la fraternità, il ruolo della donna) che solo marginalmente sfiorano aspetti politici per concentrarsi invece su questioni teologiche.
    Gli scritti di Junqueras, che non ha mai nascosto la sua fede cattolica, sono stati pubblicati da diversi organi di informazione e ora sono stati raccolti in un opuscolo che svela un lato sconosciuto del leader catalano, più noto come storico ed economista, le cui inquietudini spirituali e teologiche sono maturate in carcere, dove si trova dal 2 novembre 2017 in seguito alla dichiarazione di indipendenza della Catalogna. Il testo è accompagnato dalla lettera di presentazione del deputato Joan Capdevila i Esteve, amico di vecchia data di Junqueras, che ne ha raccolto le confidenze e spiega la genesi di questi scritti in un contesto particolarmente difficile. "Ho visitato Oriol in prigione diverse volte - racconta Capdevila i Esteve - durante questo lungo anno. Con lui, oltre alla sintonia politica e ai rapporti personali dai tempi della militanza sindacale universitaria, mi unisce il fatto di condividere la stessa Fede. E questo ha fatto sì che, malgrado la limitazione di tempo e di spazio (spesso ci siamo visti in una specie di gabbia di metacrilato con un interfono) parlassimo di politica... ma spesso finissimo a parlare di come viene a volte limitato l'accesso ai Sacramenti ai detenuti in Spagna, di questioni di attualità della Chiesa in Catalogna, degli sforzi di Papa Francesco per riportare la Chiesa al Vangelo, di letture e di preghiera. Mi risulta che l'ha aiutato ad occupare il tempo la lettura della Bibbia, che gli è stata portata da un vescovo catalano durante una visita privata, l'hanno rasserenato la riflessione e la preghiera per affrontare l'ingiustizia della detenzione e ha svolto un esercizio spirituale che sembra averlo rafforzato".(ANSA).
   

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